Il "racconto di un simbolo" come recita il titolo della mostra, ma anche il racconto dell'ingegno umano, della sfida tecnologica all'epoca in cui Roma raggiunse il massimo dell'espansione territoriale. A poco meno di duemila anni di distanza, al Colosseo si celebrano i fasti e la costruzione della colonna Traiana, con una mostra organizzata e promossa dal Parco archeologico del Colosseo e dal Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza. "Una mostra spettacolare che racconta anche la storia una antica 'archistar' " dice la direttrice del Parco del Colosseo, Alfonsina Russo, che ha curato la mostra con Federica Rinaldi, Angelica Pujia e Giovanni Di Pasquale. La Colonna di Traiano veniva inaugurata nel 113 d.C., 1910 anni fa, e sin dalla sua progettazione e costruzione rappresentò una sfida per l'ingegno umano: l'estrazione del marmo dalla cava di Carrara, il trasporto via terra, via mare e via fiume, e infine la lavorazione e posa in opera dei blocchi nel cantiere del Foro di Traiano: si trattava di sovrapporre blocchi di marmo del peso di circa 40 tonnellate e di farli combaciare, fino a comporre il disegno dei famosi rilievi a nastro che narrano la storia della conquista della Dacia e le gesta dell'imperatore, ma anche i gradini della scala a chiocciola interna, che doveva già essere stata scavata nei rocchi prima della collocazione.
Ad ideare e realizzare questa straordinaria opera dell'ingegno era stato Apollodoro di Damasco, il geniale e innovativo architetto e ingegnere di origine siriana: l' esposizione 'La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo', visitabile dal 22 dicembre 2023 al 30 aprile al Colosseo, racconta anche la sua storia. Si vedono modelli ricostruttivi, non solo della Colonna stessa ma anche delle macchine per il trascinamento e sollevamento dei blocchi colossali, così come delle funi e dei sistemi di aggancio e gli strumenti, compassi, squadre, argani, manovelle, fili a piombo rinvenuti nei contesti di scavo e ad esse riferibili.
La colonna Traiana fu idolatrata da Papi e sovrani d'Europa che non potendola spostare, la fecero disegnare, calcare, replicare, come fece Napoleone I, e perfino riconsacrare, come fece Papa Sisto V.
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