Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Il mito di Dante nella storia, un 'girone' di 300 capolavori

Il mito di Dante nella storia, un 'girone' di 300 capolavori

Forlì e gli Uffizi per maxi esposizione a 700 anni morte Poeta

BOLOGNA, 29 aprile 2021, 13:25

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

 BOLOGNA - Dante Alighieri e il suo bagaglio letterario declinati nei capolavori dell'arte, in un girone 'monstre' da 300 opere che abbraccia sette secoli, maestri del calibro di Cimabue e Picasso, stili e visioni diversissime. È il senso della maxi mostra che da domani aprirà le porte al pubblico a Forlì, ai Musei di San Domenico, grazie a un allestimento impressionante organizzato dalla Cassa di risparmio di Forlì e dalle Gallerie degli Uffizi. Un viaggio nell'arte, nella letteratura, e una spinta alla ripartenza con un auspicio di rinascita culturale.
Con 'Dante. La visione dell'arte' Forlì rinnova la sua vocazione dantesca. Nella città romagnola il Sommo Poeta trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell'autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città. A Forlì fece ritorno, occasionalmente, anche in seguito. "Non a caso abbiamo scelto Forlì, una delle tappe dell'esilio di Dante, per giunta posta sulla strada tra Firenze e Ravenna - spiega Eike Schmidt, direttore degli Uffizi - un luogo neutrale per non riaccendere la secolare rivalità tra la città di nascita e quella della morte, ma ancora di più per valorizzare l'importanza dell'Italia tutta, cui Dante universalmente appartiene".
La mostra, organizzata nell'ambito delle celebrazioni promosse dal ministero della Cultura a 700 anni dalla morte di Dante, mette insieme fino all'11 luglio 300 capolavori tra dipinti, sculture, disegni, manoscritti, illustrazioni. Pezzi datati dal Duecento al Novecento e firmati, tra gli altri, da Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno, autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto di Dante, fino ad arrivare ai preraffaeliti, ai macchiaioli e al Novecento, con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Felice Casorati, Lucio Fontana, Pablo Picasso.
Curatori sono i professori Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca.
Dagli Uffizi arriva una cinquantina delle opere esposte ma ad aprire gli scrigni danteschi sono stati anche altri importanti poli museali. L'Ermitage di San Pietroburgo, il Museo d'Orsay, i Musei Vaticani, solo per citarne alcuni. Uno sforzo corale e più che nazionale. In 18 sezioni, oltre allo sguardo biografico su Dante, c'è la Divina Commedia grande protagonista, in particolare delle opere dell'Ottocento, che riscopre in chiave romantica temi e personaggi resi universali, come Paolo e Francesca o il Conte Ugolino.
È più che una mostra, sottolineano gli organizzatori.
L'allestimento è un viaggio nella storia dell'arte tra Medioevo ed età contemporanea. Oltre che simbolo di riscatto e di rinascita, in questo frangente, per il mondo dell'arte e della cultura. "Celebrare Dante nel 2021 - ha detto Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì - significa ritornare alle ragioni fondative dell'Italia e della sua civiltà, orientate in una prospettiva europea, in un tempo sospeso e decisivo qual è questo".

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza