L'albero come legame tra la terra e il
cielo, da sempre inteso come simbolo stesso della natura, che
diventa materia da plasmare per comunicare forme e pensieri.
Sciamanici, contemporanei e concettuali sono gli alberi di Paolo
Martellotti, architetto, scultore e museografo, distribuiti all'
aperto come antichi totem nel giardino della Casina delle
Civette, a Villa Torlonia, a Roma, o riuniti nella sua
Dipendenza. Trenta sculture e 25 dipinti, realizzati dall'
artista nel giro di due anni, formano la mostra site-specific
"Il Bosco Magico", curata da Tiziana Gazzini e Maria Grazia
Massara, visitabile fino al 30 settembre.
"Martellotti - spiega Gazzini - pensa alle sue opere con il
rigore costruttivo, estetico e formale dell'architetto ma poi le
realizza con la creatività libera dell'artista. Gli alberi del
suo bosco hanno radici profonde ed estese che ci coinvolgono. I
nomi hanno rimandi letterari: Il cavaliere inesistente, Domani
nella battaglia, Il cavaliere nero, Il fuoco, Maternità, Il
guerriero infelice".
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