La struttura dei giardini,
l'equilibrio di una piazza nel contesto urbanistico che la
circonda, la varietà degli spazi verdi pubblici sono elementi
fondamentali della bellezza di una città. Roma deve molto a
Raffaele De Vico (1881-1969), l'architetto e paesaggista che ha
lasciato un'impronta profonda nella trasformazione urbana degli
anni '30. Lo testimoniano le 100 opere - tra disegni, progetti,
fotografie, documenti, dipinti - in mostra al Museo di Roma di
Palazzo Braschi fino al 30 settembre, che ripercorrono l'intero
ciclo dell'attività poliedrica di De Vito, soprattutto tra il
1915 e il 1926.
Il Parco di Colle Oppio, il Serbatoio di Villa Borghese,
Piazza Mazzini sono i suoi lavori di maggior spicco, tra
l'enorme quantità di interventi come Parco della Rimembranza a
Villa Glori, i progetti per i parchi Flaminio, Testaccio, Ostia
Antica, Santa Sabina sull'Aventino, Castel Fusano, Cestio. E poi
i giardini di Villa Caffarelli, Villa Fiorelli, Villa Paganini,
Parco degli Scipioni.
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