Non era mai successo e i risultati si
sono rivelati subito preziosi: su richiesta dell'Ambasciata
francese a Kabul, la Nato ha per la prima volta aperto i suoi
archivi fotografici militari, cedendo a storici e archeologi un
tesoro di immagini ad altissima risoluzione. Oltre mezzo milione
di fotogrammi, frutto di campagne satellitari e di voli aerei
compiuti tra il 1991 ed il 2013, che riprendono dall'alto il
territorio afgano. E che nelle mani di un team internazionale,
di cui fa parte l'italiana Elena Leoni, hanno permesso di
individuare decine e decine di palazzi, fortificazioni, templi.
In tutto oltre 2.500 siti archeologici, 900 dei quali fino ad
oggi del tutto sconosciuti, emersi a sorpresa dallo sterminato
deserto di sabbia e mine. Testimonianze preziose che ora vengono
catalogate grazie al programma 'The Afghanistan Heritage &
Extractive Industries Developent Iniziative', coordinato
dall'architetto Maria Rita Acetoso per conto di UNESCO, Banca
Mondiale e Governo afgano.
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