Lo scrittore e sceneggiatore siriano Khaled Khalifa, autore di numerosi romanzi che lo hanno reso uno dei più rinomati autori contemporanei del suo Paese, è morto d'infarto a Damasco ieri sera all'età di 59 anni. Lo ha dichiarato una fonte vicina alla sua famiglia.
Noto critico delle autorità, il romanziere nato ad Aleppo è rimasto nel suo Paese nonostante la repressione e la guerra scoppiata nel 2011. "Rimango perché questo è il mio Paese. Ci sono nato, ci vivo, voglio morirci", aveva detto durante un'intervista del 2019. È conosciuto soprattutto per il suo terzo romanzo, 'Elogio dell'odio' nominato nel 2008 per il Premio internazionale di narrativa araba e nel 2013 per l'Independent Foreign Fiction Prize, e tradotto in diverse lingue. Racconta la storia di una giovane donna siriana di Aleppo, cresciuta nella più pura tradizione musulmana, che crede di trovare la libertà unendosi a un movimento fondamentalista che la introduce alla lotta jihadista. Nel 2013 ha vinto il prestigioso Premio Naguib Mahfouz assegnato dall'Università americana del Cairo.
Khalifa è stato ricordato da artisti, intellettuali e giornalisti sui social network, oltre che da attivisti politici in Siria e all'estero. Farouk Mardam Bey, editore francese di tre suoi romanzi con Actes Sud, ha scritto: "La forte emozione che ha travolto i social network non appena è stata annunciata questa terribile notizia è la misura non solo del suo grande talento di scrittore, ma anche della profonda simpatia che suscitava la sua calda personalità, traboccante di amore per la vita".
Rettrice Sapienza, lavorare per rientro Khaled in Italia
"Apprendiamo con sollievo la notizia della scarcerazione del nostro studente Khaled El Qaisi. Confidiamo nella costante attività del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale affinché Khaled possa rientrare in Italia al più presto". Così all'ANSA la rettrice dell'Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni.
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