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Cannes lancia il Nuovo Cinema Europa

Cannes

Cannes lancia il Nuovo Cinema Europa

Festa per Dhont e i belgi, coproduzioni reggono settore

CANNES, 29 maggio 2022, 20:15

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

++ Cannes: Grand Prix ex aequo a Close e Stars at noon ++ © ANSA/EPA

++ Cannes: Grand Prix ex aequo a Close e Stars at noon ++ © ANSA/EPA
++ Cannes: Grand Prix ex aequo a Close e Stars at noon ++ © ANSA/EPA

CANNES - La Svezia Palma d'oro con Ruben Ostlund, il premio del 75/o ai fratelli Dardenne, il prestigioso Grand Prix (il secondo premio per ordine di importanza) a Close di Lukas Dhont, la giuria a Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen che sono andati sulle cime della Valle d'Aosta per Le otto montagne, e poi ancora Tarik Saleh svedese di seconda generazione (nato a Stoccolma, è di origini egiziane) premio sceneggiatura per Boy from Heaven, l'iraniano naturalizzato danese Ali Abbasi regista di Holy Spider che ha dato la vittoria alla protagonista femminile Zar Amir Ebrahimi esule a Parigi, il palmares di Cannes 2022 parla lingue nordiche, tra Svezia e Belgio. Un nuovo cinema nord, una nouvelle vague, con alla ribalta talenti emergenti come se la palma celebrativa ai registi 70enni di Rosetta fosse un passaggio di testimone.
    Ostlund, con la sua ferocia tragica e divertente sul capitalismo, i suoi lussi e le disuguaglianze sociali, è entrato ieri sera nel ristretto olimpo, nove in tutto, dei premiati con due palme a Cannes (Francis Ford Coppola, Shōhei Imamura, Emir Kusturica, Bille August, Michael Haneke, Ken Loach, Alf Sjöberg e i Dardenne), ma l'exploit di cui ci ricorderemo per l'edizione di quest'anno viene dal Belgio e si chiama Lukas Dhont. Nato a Gand, 31 anni, accademia di cinema in Belgio, due film all'attivo. Con il primo Girl aveva sbancato nel 2018: un esordio salutato con la Camera d'or, la Queer Palm e il Fipresci della critica e poi migliore rivelazione agli Efa, con il secondo Close ha guadagnato il Grand Prix. Non c'è da meravigliarsi che ieri notte alla cena di chiusura sulla spiaggia del Majestic, la tradizionale festa di Cannes cui partecipano tutti i vincitori e i protagonisti della serata, sia stato lui il vero protagonista, con letteralmente una processione di colleghi che andavano a congratularsi. Accanto a lui, felice come solo un piccolo sa essere, Eden Gambrine, il 15enne coprotagonista di questa storia di legami adolescenziali sul filo dell'ambiguità sessuale. "Dovresti darmene un po' anche a me", ha detto scherzando la regista Claire Denis Grand Prix ex aequo con Close, ma Eden quel premio se l'è tenuto strettissimo tanto era contento con un sorriso stampato fino alle 2 di notte.
    "Quando ho iniziato a studiare alla KASK, i Dardenne erano gli dei del cinema belga", ha ricordato Dhont, primo fiammingo a vincere. "Film come Il figlio (2002) mi hanno fatto capire che forse volevo usare il cinema per confrontarmi e toccare le persone. I Dardenne sono stati molto importanti per me".
    Abbracci, baci e congratulazioni sono arrivati a Dhont anche da Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen, i connazionali registi delle Otto Montagne grazie ai quali l'Italia ha portato a casa il premio della giuria. "C'è un grande desiderio degli autori di pensare un film a qualunque latitudine - ha osservato con l'ANSA Mario Gianani, produttore con Lorenzo Gangarossa per Wildside del film, prodotto anche da Vision che lo distribuisce in sala - si sono innamorati del romanzo di Paolo Cognetti e hanno trovato altri finanziamenti tra Francia e Belgio e così siamo partiti". Hanno voluto imparare l' italiano, vivendo sei mesi in un furgone ad alta quota prima per essere tenacemente su quei luoghi ed essere in massima sintonia con i territori, la troupe e il cast italiano a cominciare da Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Con una passione per il cinema tricolore "La meglio gioventù, i film dei D'Innocenzo, quelli di Alice Rohrwacher, di Jonas Carpignano sono nostre ispirazioni", hanno detto dopo la vittoria i due registi che non hanno ancora un nuovo progetto e hanno avuto nel regista norvegese Joachim Trier "il nostro maggiore ammiratore all'interno della giuria".
    La circolazione dei progetti è un segno distintivo di Cannes, non c'era un film che non avesse coproduzioni (a cominciare dalla Francia), e questo a prescindere dai finanziamenti europei che invece ci sono sempre stati, come se l'Europa fosse matura per risvegliarsi connessa culturalmente, incline alla circolazione di idee e talenti. Una circolazione che ha portato Pietro Marcello in Francia per Le Vele Scarlatte ad esempio, o Jerzi Skolimovski, vincitore con Eo ex aequo con Le Otto Montagne, a girare in Italia, così come è un concentrato di Europa Limonov , il film ispirato al bestseller di Emmanuel Carrère e che avrà come protagonista Ben Whishaw, la regia del russo Kirill Serebrennikov, e la produzione italiana Wildside e Vision con i francesi Chapter 2 e Pathé. La rete europea decolla, con produzioni che hanno dato la linea al mercato di Cannes. L'enclave belga della cena di chiusura, con tre generazioni rappresentate, ha visto protagonisti anche i fratelli belgi Dardenne, celebrati anche da Alice e Alba Rohrwarcher che hanno parlato a lungo con i maestri del cinema del reale, quello di Ken Loach attraversando la manica, e di cui Lukas Dhont è sembrato un possibile erede. Il vincitore della Palma d'oro Ruben Ostlund si è goduto il momento: "sono felice per il riconoscimento e quel che mi auguro è di far divertire il pubblico in sala con questa commedia satirica", ha detto il regista svedese che dichiara la sua influenza per il cinema di Luis Bunuel con la commedia satirica di Triangle of Sadness.
   
   

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