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Le donne "ispiratrici" di Mia Kankimaki

Libri

Le donne "ispiratrici" di Mia Kankimaki

Un viaggio insolito da Artemisia Gentileschi a Karen Blixen

ROMA, 25 novembre 2021, 09:48

(di Mauretta Capuano)

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 MIA KANKIMAKI, LE DONNE A CUI PENSO DI NOTTE (NERI POZZA, PP 479, EURO 19,00). Karen Blixen che partì per l'Africa con suo marito e finì per gestire una piantagione da sola, l'artista d'avanguardia Yayoi Kusama che chiese di andare a vivere in un manicomio e Flaminia Fontana che mantenne la sua grande famiglia dipingendo. Sono tra le donne coraggiose, fuori dagli schemi, più o meno conosciute, vissute in secoli diversi e in vari posti del mondo, delle quali la scrittrice finlandese Mia Kankimaki ripercorre la storia nel libro 'Le donne a cui penso di notte' pubblicato da Neri Pozza con un piccolo album di foto. Ma quello dell'autrice, che ha ricevuto diversi premi letterari come il Best Travel Book of the year 2013 e l'Otava Book Foundation's Non Fiction Award 2020, non è un semplice ripercorrere le vite di scrittrici, artiste, esploratrici, corrispondenti di guerra, mogli di nobili rinascimentali quanto piuttosto il sentirle come "sante protettrici che mi indicano la strada da seguire". "All'inizio pensavo a loro quando non riuscivo a dormire, per trovare forza, ispirazione e il senso della vita - ora passo notti insonni a causa loro, abbagliata dalla luce che emanano" racconta nella 'Confessione' che apre il libro in cui si chiede anche dove "queste donne abbiano trovato il coraggio. Cosa mi consiglierebbero , se potessimo incontrarci? E soprattutto: posso mettermi in viaggio sulle loro tracce?".
    E mettersi in cammino è proprio quello che ha fatto la Kankimaki, dando vita a un intreccio di storie che continua ad espandersi e che può essere uno stimolo a riscoprire certe personalità e a vivere la propria passione e le proprie scelte "infischiandosene delle aspettative" del proprio tempo, come hanno fatto queste donne.
    Ad accomunarle il fatto che la loro vita "non ha calcato la via della tradizione. Hanno abbattuto certe barriere e fatto cose che non ci si aspettava da loro". La stessa Kankimaki, che dopo il master in letteratura comparata all'Università di Helsinki e aver lavorato nell'editoria finlandese ha lasciato tutto nel 2010 per andare in Giappone a scrivere il suo primo libro, potrebbe essere, o meglio è, un personaggio di questo libro. Quando parte per l'Africa e ha paura, ma lo fa proprio per vincerla, la Kankimaki, che ora vive a Helsinki, scrive su un tovagliolo un'ideale lettera a Karen Blixen, nata Dinesen, nella quale le chiede di mandarle un po' del suo proverbiale coraggio lungo il suo viaggio verso il Kilimangiaro. Le pagine del racconto alternano l'esperienza presente dell'autrice con quella della Blixen in un inedito dialogo tra passato e presente in cui la scrittrice, quarantaduenne nubile che "soffre d'insonnia, mal di testa e frustrazione e malinconia" non ci propone un ritratto senza ombre delle "donne a cui pensa di notte". Della Blixen ci mostra la Karen saggia ed equilibrata che conosciamo dai libri, ma anche la Karen senza filtri insicura e depressa e la Karen contradditoria delle biografie per poi tornare alla Karen coraggiosa "la se stessa ideale che tentò di essere per tutta la vita senza riuscirci. L'io ideale di tutte noi, la donna che vorremmo essere" afferma.
    Da questo esercito invisibile di guardie del corpo costituito da grandi donne del passato arrivano anche una serie di consigli che scandiscono i capitoli. Così nella parte dedicata alle esploratrici troviamo Isabella Bird, morta nel 1904, originaria della Gran Bretagna, nubile, viaggiatrice accanita, autrice di diari di viaggio, che una volta partita non si è fermata più. Il suo insegnamento è: "Se soffri di depressione, frustrazione o emicrania, parti". E poi ci sono l'austriaca Ida Pfeiffer, vissuta nell'Ottocento, che dopo aver educato i figli, lasciato il marito e studiato di nascosto il mappamondo, a 44 anni è partita per la prima volta. Ancora la femminista convinta, poi monaca buddista e scrittrice Alexandra David-Neel che nel 1924 riuscì a introdursi nella città proibita di Lhasa travestita da mendicante e la giornalista Nellie Bly, capitana d'industria e inventrice che fece il giro del mondo in 72 giorni da sola con una sola valigia, a cavallo tra fine Ottocento e primi del Novecento. Tra le artiste spiccano Sofonisba Anguissola (1532-1625), prima artista di professione che andò a lavorare alla corte di Spagna; la famosa Artemisia Gentileschi, madre single nel XVII secolo, che "si macchiò la reputazione in un processo per stupro" e "dipinse donne nude e amazzoni piene di forza, che facevano tutto quello che volevano" e Lavinia Fontana che, "a letto dopo un parto, non vedeva l'ora di riprendere in mano il pennello".
    Tutte "ispiratrici" come le chiama l'autrice de 'Le donne a cui penso di notte" di un percorso in cui biografia, letteratura e arte convivono in un originale connubio che diventa fonte di forza e ispirazione per il presente. E i consigli che ne trae la Kankimaki, come questo: "se sai quello che vuoi fare, fallo.
    Se nessuno che conosci lo ha mai fatto, meglio così" sono una sorta di invito a non arrendersi mai.
   

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