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Zeffirelli, dolore enorme, Muti ha colpe

Zeffirelli, dolore enorme, Muti ha colpe

Penso ai lavoratori, alla cultura e alla crisi del nostro Paese

ROMA, 03 ottobre 2014, 19:38

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

Franco Zeffirelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Zeffirelli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Franco Zeffirelli - RIPRODUZIONE RISERVATA

''Un dolore enorme, che mi strazia, mi spezza il cuore, un segno dei tempi che attraversa il nostro paese in generale. Attenzione, se perdiamo questi baluardi della cultura siamo davvero nei guai. Non sottovalutiamo quello che è successo, non ci sono scuse. L'opera di Roma è un pezzo della mia vita. Dietro ogni lavoratore, c'è una famiglia. Quello che è successo è una sconfitta per tutti, ma è la colpa a mio avviso è da attribuirsi a un personaggio deprecabile, Riccardo Muti''.
    Franco Zeffirelli, regista, sceneggiatore, un rapporto ultraventennale con l'Opera di Roma, dove sono andate in scena numerose rappresentazioni da lui dirette dall'Aida al Falstaff, ai Pagliacci parla con l'ANSA con un filo di voce e si scusa più volte per questo: ''mi perdoni ho mal di gola e non posso stare troppo al telefono'', ma quello che dice è come una doccia gelata.
    ''Sono davvero sconvolto - fa sapere -, un epilogo traumatico per una delle più importanti istituzioni culturali, sulla quale si sono dette tante cose in questi giorni. Ma chi ama davvero come me l'opera, la cultura e quel Teatro con cui tra l'altro ho avuto un rapporto viscerale, può capire. Lui, il 'grande direttore', che io non ho mai amato particolarmente, sapeva.
    Guarda cosa ha finito con il combinare''. Lui chi Maestro? ''Riccardo Muti. Sono certo che sia in parte responsabile di quello che è successo, non ci si dimette così. Anni fa ebbi con lui uno scontro ferocissimo a Milano, ma è inutile rivangare il passato. Diciamo, ripeto, che non è tra i mie direttori preferiti''. ''La cultura - conclude Zeffirelli - è una competenza del cittadino. La nostra forza è sempre stata l'Opera, a Roma come alla scala di Milano ovviamente. Siamo conosciuti in tutto il mondo per questo, ma forse lo stiamo dimenticando e parliamo troppo spesso di quello che fanno all'estero''.
   

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