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Artisti sotto choc, lotteremo, l'art.18 c'è ancora

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Orchestrale, Muti via perché smantellano. Corista, qui da 30 anni

ROMA, 03 ottobre 2014, 17:35

Luca Laviola

ANSACheck

Un 'immagine del teatro dell 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'immagine del teatro dell 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'immagine del teatro dell 'Opera di Roma - RIPRODUZIONE RISERVATA

La trionfale tournee dell'Opera di Roma in Giappone, gli elogi pubblici di Riccardo Muti ai suoi artisti. Pochi mesi e il maestro si dimette, dieci giorni dopo arriva il licenziamento collettivo di orchestra e coro annunciato dal Cda del Teatro. "Un macigno insopportabile" lo definisce Marco Piazzai, 48 anni, da 23 tra i musicisti del 'Costanzi', primo trombone e segretario del sindacato Fials-Cisal. "Ho dato arte e amore all'Opera di Roma - dice - e ora vogliono licenziarci in tronco. Non è mai successo niente del genere in Italia. Ma siamo pronti a impugnare le lettere di licenziamento quando arriveranno. Vogliono esternalizzare il lavoro? Nessuno si fa licenziare per essere riassunto a tempo determinato. L'articolo 18 è ancora in vigore".
    Una serata che vede orchestrali e coro pronti a esibirsi come sempre, oggi nella 'Cenerentola', in cartellone fino a domenica.
    Ma una serata diversa dopo l'annuncio traumatico del Consiglio di amministrazione e del sovrintendente Carlo Fuortes, appoggiato dal ministro della Cultura Dario Franceschini e dal sindaco Ignazio Marino. "Un dramma per tante famiglie, siamo scioccati", dice davanti ai cancelli del teatro Francesco Melis, 56 anni, corista entrato all'Opera nel 1984 vincendo un concorso internazionale. Il quale ricorda come la Uil - a cui è iscritto - e la Cisl avessero appoggiato in un referendum il nuovo piano industriale. Tutto precipitato dopo l'addio di Muti.
    "E' un licenziamento ingiustificato e discriminatorio, c'è un progetto di smantellamento del Teatro dell'Opera - dice ancora Piazzai -. E forse Muti l'aveva capito e per questo se n'è andato. Non so che motivazione economica possano addurre. Coro e orchestra sono il core business del Teatro". Circa 180 artisti-lavoratori a tempo indeterminato, un costo troppo alto secondo la dirigenza dell'Opera. E riottosi al cambiamento. "Stiamo parlando di 180 persone che guadagnano 1.800-1.900 euro al mese nel coro e in media 2.000-2.100 euro nell'orchestra - dice il primo trombone e sindacalista Fials-Cisal -. Io ne guadagno 2.400 dopo 23 anni e al massimo della carriera. Il primo violino è a un livello più alto e arriva a 2.500. Perchè non toccano i tecnici e amministrativi? Che se ne fanno di 280 di loro in un teatro?".
    Il segretario generale della Slc-Cgil Roma e Lazio Alberto Manzini auspica "iniziative unitarie" dei sindacati contro "una decisione scellerata" e promette di coinvolgere nella vicenda la Cgil nazionale e "il mondo della cultura, che deve mobilitarsi".
   

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