Dei giorni di maggio di un anno fa
"ricordo soprattutto gli sguardi delle persone, ricordo la
tenerezza. Tra gli sfollati al palazzetto di Lugo ricordo una
persona anziana, con l'Alzheimer, che faceva molta fatica, ma ci
guardava con tenerezza come se fossimo tutti suoi nipoti, suoi
amici". Letizia Galletti, 20 anni a luglio, nominata alfiere
della Repubblica dal presidente Mattarella insieme ad altri 28
giovani, sta ancora realizzando il senso del riconoscimento che
riceverà al Quirinale. Durante i giorni dell'alluvione in
Romagna ha partecipato nel suo paese, Lugo (Ravenna) all'azione
di conforto e assistenza a chi è stato maggiormente colpito
dalle esondazioni dei fiumi, a chi era rimasto senza casa e
insieme ad altri giovani ha fatto compagnia agli anziani e ai
bambini rimasti, contribuendo a creare un clima familiare e
solidale, organizzando i turni e gestendo i luoghi.
"Quando me lo hanno detto - racconta all'ANSA - la prima cosa
che ho pensato è stata: 'ma perché io?'. Ci sono persone che
hanno fatto molto più di me. Io sono stata in un centro di
accoglienza, non ho spalato il fango nelle strade o nelle case.
Penso di non meritarmelo, ma lo accolgo con piacere e
gratitudine, lo prendo come un riconoscimento per tutte le
persone che sono venute ad aiutare. Eravamo in tanti e credo sia
quindi uno sguardo e un'attenzione a quello che è successo".
Sono stati giorni "in cui ho vissuto con forza l'amicizia, ci
si è sentiti molto uniti di fronte alla catastrofe e nella
tragicità del momento ci siamo scoperti veri di fronte alle
difficoltà e alle debolezze". Poi il ritorno alla vita, con la
maturità dopo la riapertura delle scuole (solo una prova orale
per i territori alluvionati) e adesso l'università con
Psicologia.
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