Dapprima musulmano, dopo
la morte della moglie Giusy Asaro la conversione al
cristianesimo e ora il sogno di diventare sacerdote. È la storia
di Soufien Giuseppe Zitoun, 44 anni, tunisino nato a Mazara del
Vallo (Trapani) e da meno di un anno studente della facoltà
teologica di Sicilia. Soufien segue le lezioni del propedeutico
e, nel frattempo, frequenta gli istituti religiosi a Mazara del
Vallo e Palermo dei Missionari servi dei poveri che si ispirano
al carisma di Giacomo Cusmano. "Il mio sogno è quello di
diventare un presbitero - racconta all'ANSA - con mia moglie in
ospedale ho sperimentato la sofferenza poi culminata nella sua
morte nel 2018. Durante la sua degenza ho conosciuto don
Antonino Favata, cappellano dell'ospedale di Mazara del Vallo.
Egli è stato vicino a me, ai miei suoceri e a Giusy
accompagnandola con la preghiera e con la grazia dei sacramenti,
preparandola al suo passaggio da questa vita terrena al
paradiso". Dopo la morte della moglie, Soufien ha iniziato a
fare il volontario in ospedale col gruppo Vom. Ma allo stesso
tempo ha frequentato il Santuario Madonna del Paradiso: "È stato
il momento in cui volevo conoscere Gesù e così ho iniziato un
percorso neocatecumenale che nel giugno 2020 mi ha portato a
ricevere i sacramenti dell'iniziazione cristiana".
Soufien è stato il primo consigliere comunale aggiunto a
Mazara del Vallo ed è cresciuto da musulmano nell'ambiente
cattolico-cristiano, collaborando con la Caritas diocesana per
lo sportello immigrati e con le suore francescane. Poi
l'incontro con Giusi Asaro e il matrimonio al Santuario della
Madonna del Paradiso con rito misto. In questi anni ha
continuato a lavorare nel campo dei minori migranti non
accompagnati come mediatore culturale. "La morte di mia moglie
ha segnato la mia vita - spiega - ma ho avuto una grande grazia,
quella della fede. Mi affascina il carisma di Giacomo Cusmano,
le missioni popolari e le opere di carità verso i poveri. Con la
mia esperienza di mediatore culturale con chi arriva dall'Africa
ho conosciuto la povertà nei volti e nelle storie dei migranti.
Ecco perché guardo al sacerdozio tra i missionari servi dei
poveri".
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