L'acquisizione del video delle
telecamere interne al palazzo e l'ascolto in aula del portiere.
E' quanto previsto nell'udienza, fissata al 24 maggio prossimo,
del processo che vede imputato di evasione dai domiciliari
Pietro Genovese, il ventenne condannato in via definitiva a
cinque anni e quattro mesi di carcere per l'omicidio stradale di
Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, le 16enni romane travolte
e uccise la sera del 22 dicembre del 2019 su corso Francia.
Nella prossima udienza parleranno anche i carabinieri che
svolsero i controlli e non è escluso che si possa arrivare alla
sentenza. La vicenda risale al 16 gennaio del 2021. Quel giorno
i militari dell'Arma della compagnia Parioli, secondo quanto
sostiene l'accusa, si sono recati sotto casa della famiglia di
Genovese, nella zona del quartiere Trieste, per effettuare un
controllo di rito. Hanno citofonato varie volte senza però
ottenere risposta. I carabinieri pur essendo in possesso del
telefono cellulare dell'indagato non hanno provato a
contattarlo, dalle telecamere di sorveglianza del palazzo non
risulta che Genovese fosse uscito di casa. E la mancata risposta
al citofono ha fatto scattare l'accusa di evasione.
All'udienza di oggi, durante la quale sono state affrontate
le questioni preliminari, era presenta anche Gabriella Saracino,
madre di Gaia. "Attendiamo lo sviluppo del processo e il 24
maggio ci saremo per l'eventuale sentenza", ha commentato la
donna lasciando la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio.
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