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Msf, 8 morti al giorno nel 2023 nel Mediterraneo centrale

Msf, 8 morti al giorno nel 2023 nel Mediterraneo centrale

'Deliberata inazione degli Stati Ue, violenze in Libia-Tunisia'

ROMA, 22 novembre 2023, 13:09

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/MSF/Stefan Pejovic

© ANSA/MSF/Stefan Pejovic
© ANSA/MSF/Stefan Pejovic

Con circa 2.200 bambini, donne e uomini dispersi o morti nel Mediterraneo centrale, il 2023 è stato l'anno più letale su questa rotta migratoria dal 2017: in media 8 vittime al giorno. Nel suo nuovo rapporto "Nessuno ci ha soccorso" Medici senza frontiere denuncia la "deliberata inazione degli Stati europei e le pratiche violente perpetrate ai loro confini che causano sempre più morti in mare".
    Il rapporto, basato sui dati raccolti a bordo della Geo Barents - la nave di ricerca e soccorso di Msf, documenta i numerosi casi in cui gli Stati costieri europei, nota la ong, "hanno messo consapevolmente a rischio la vita delle persone, ritardando o non coordinando efficacemente i soccorsi e sostenendo respingimenti verso luoghi non sicuri, e riporta le violenze subite dalle persone soccorse nel corso del loro viaggio raccolte dalle équipe di Msf".
    Nel 2023, il numero di persone arrivate sulle coste italiane attraverso la rotta del Mediterraneo centrale è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e la Tunisia è diventato il principale paese di partenza superando la Libia. "Questo significativo aumento delle partenze, insieme a una mancanza di operazioni di soccorso coordinate dagli stati membri Ue - rileva Medici senza frontiere - ha portato a un aumento di imbarcazioni in difficoltà in mare e di naufragi".
    Tra gennaio e settembre, il team di Msf ha effettuato 3.660 visite mediche a bordo della Geo Barents. "Lo stato di salute delle persone soccorse - sottolinea la ong - mostra la pericolosità della traversata in mare, tra ustioni e avvelenamento da carburante, ipotermia, disidratazione, ma anche le condizioni di vita disumane in cui sono stati costretti a vivere durante la prigionia in Libia, tra cui infezioni cutanee e ferite non curate. In totale, 273 pazienti hanno presentato gravi traumi causati dalle violenze subite, tra cui cicatrici di ferite da arma da fuoco, violente percosse, gravidanze indesiderate causate da violenze sessuali e pesanti conseguenze sulla loro salute mentale come ansia, incubi e flashback".
   
   

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