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Emergenza a Lampedusa, tensione tra i migranti e gli agenti. Disordini anche nell'hotspot. Il parroco: 'Qui è l'apocalisse'

Emergenza a Lampedusa, tensione tra i migranti e gli agenti. Disordini anche nell'hotspot. Il parroco: 'Qui è l'apocalisse'

Sbarchi senza sosta, muore un neonato. Il Comune proclama lo stato d'emergenza

LAMPEDUSA, 14 settembre 2023, 11:08

Redazione ANSA

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++ Caos in hotspot Lampedusa per distribuzione pasti ++ - RIPRODUZIONE RISERVATA

++ Caos in hotspot Lampedusa per distribuzione pasti ++ - RIPRODUZIONE RISERVATA
++ Caos in hotspot Lampedusa per distribuzione pasti ++ - RIPRODUZIONE RISERVATA

Momenti di tensione al porto di Lampedusa, dove agenti della Guardia di Finanza stanno cercando di contenere centinaia di migranti che chiedono di lasciare il molo. Gli agenti hanno effettuato anche una carica di alleggerimento sui migranti che tentavano di sfondare il cordone.

 

Momenti di caos e disordine si sono verificati anche all'hotspot di Lampedusa, dove in questo momento ci sono 6.762 migranti. Nell'esatto momento in cui la Croce Rossa ha aperto le linee per la distruzione del cibo, diverse centinaia di migranti si sono accalcati per arrivare prima ai sacchetti contenenti il cibo e la bottiglietta d'acqua temendo non fossero sufficienti. La polizia ha bloccato volontari e operatori della Croce Rossa, per evitare che la situazione degenerasse, mettendoli in sicurezza. Subito dopo avere spiegato che c'era da mangiare per tutti la distribuzione dei pasti ai migranti è tornata regolare e senza alcun disordine.

 

La situazione a Lampedusa è "tragica, drammatica, apocalittica. A Lampedusa non si smaltisce nemmeno la spazzatura, l'acqua per l'isola arriva dalla terraferma. La Croce Rossa ha scorte, ma se arrivano in 3.400 al giorno, tra di loro litigano anche per l'acqua. Siamo tutti in allerta e anche il vescovo è costernato",  dice il parroco dell'isola, don Carmelo Rizzo in una intervista al portale Stranierinitalia.it. 

Soccorsi e sbarchi autonomi di migranti proseguono senza sosta a Lampedusa dopo i numeri record di ieri. 

 "La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema, è fermare gli arrivi in Italia, non vedo ancora risposte concrete",  afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Cinque minuti, in onda stasera su Rai1 a proposito della richieste Germania che ieri ha annunciato lo stop all'accoglienza dei migranti dall'Italia. I migranti saranno accolti di nuovo - ha precisato oggi un portavoce del ministero dell'Interno - se si torna al regolamento di Dublino.

 

 Ascolta "A Lampedusa sbarchi senza sosta (di Elio Desiderio)" su Spreaker.

 

 



   

Un neonato annega prima dello sbarco sull'isola

Un neonato di 5 mesi è morto dopo essere finito in acqua prima dello sbarco a Lampedusa. La tragedia è avvenuta alle 4,18 circa, durante le caotiche operazioni di approdo dei 46 migranti soccorsi dalla motovedetta della Guardia costiera, quando più persone sono finite in acqua. Tutte sono state recuperate, così come anche il cadavere del piccino. La salma è stata portata alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana, mentre la mamma del neonato si trova all'hotspot di contrada Imbriacola. La polizia ha chiesto, per la donna, un supporto psicologico. Della ricostruzione del caso si occupa la Capitaneria di porto.

La mamma del neonato morto prima dello sbarco a Lampedusa è originaria della Guinea. E' una minorenne che viaggiava, assieme ad altre 45 persone, su un natante salpato da Sfax, con la sorella, il cognato e il nipotino. La carretta, secondo quanto è stato ricostruito da Capitaneria di porto e polizia, si è ribaltata perché i migranti, alla vista della motovedetta della Guardia costiera, si sono spostati quasi tutti su una fiancata. I poliziotti in servizio all'hotspot di contrada Imbriacola, assieme alle psicologhe del centro, stanno adesso valutando se sia più opportuno trasferire la donna e i suoi familiari con un aereo o con il traghetto di linea affinché restino in provincia di Agrigento e siano presenti quando la salma del piccolo, al momento sotto sequestro, verrà trasferita a Porto Empedocle.

Sull'isola presenti più di 6.700 persone

Sono 6.792 i migranti presenti sull'isola di Lampedusa. La maggior parte si trova all'hotspot di contrada Imbriacola, ma più gruppi sono in attesa in vari punti dell'isola, soprattutto sui moli. La Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento di 880 persone: 700 verranno imbarcate sul traghetto di linea che giungerà a Porto Empedocle e 180 partiranno con un volo Oim. La polizia, fra poco, inizierà a scortare i vari gruppi al porto e all'aeroporto.

Il Comune di Lampedusa proclama lo stato d'emergenza

Il consiglio comunale di Lampedusa ha proclamato lo "stato di emergenza" in seguito all'ondata di sbarchi di migranti sull'isola. Lo ha annunciato il sindaco Filippo Mannino dopo che un gruppo di lampedusani ha dato vita a un sit-in davanti al Municipio ed ha poi partecipato al consiglio comunale che era stato convocato con altri punti all'ordine del giorno. "Oggi il consiglio comunale ha dichiarato lo stato d'emergenza - ha detto Mannino -. Abbiamo ribadito quello che chiediamo da mesi, ossia cercare di bypassare l'isola con le navi in rada, aiuto e sostegno per un'isola che in questi mesi è sotto un forte stress".

Metsola: 'Le soluzioni non possono essere nazionali, ma europee'

"Le soluzioni non possono essere sul piano nazionale ma solo a livello europeo. Penso che non ci siano altre opzioni se non concludere il patto sulla migrazione, i cittadini di tutti i paesi dell'Ue ci hanno chiesto di trovare delle soluzioni". Così la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, rispondendo ad una domanda sullo stop agli ingressi dall'Italia da parte di Germania e Francia, durante un punto stampa prima dell'inizio in aula del discorso sullo Stato dell'Unione. "A dieci anni di distanza dalla tragedia di Lampedusa non abbiamo ancora fatto abbastanza", ha concluso Metsola.

L'ex sindaco di Lampedusa: "Il governo Meloni ha imposto il silenzio stampa su di noi"

"Da alcuni giorni, e soprattutto nelle ultime ore, Lampedusa sta vivendo un'emergenza umanitaria che ha pochi precedenti ma evidentemente il governo Meloni ha tentato di imporre il 'silenzio stampa'". Lo dice Totò Martello, capogruppo del Pd al consiglio comunale ed ex sindaco di Lampedusa e Linosa. "Quando il tema dei migranti serviva alla propaganda della campagna elettorale della destra - aggiunge Martello - per alimentare odio e paura tra gli italiani, qui ogni giorno c'erano decine di giornalisti di testate fedeli all'ideologia 'meloniana' e 'salviniana' pronti a 'raccontare l'invasione' anche quando ad arrivare era solo un barchino. Adesso che ci sono più di 6.000 migranti, cioè tanti quanti sono i cittadini dell'isola, si incontrano molti giornalisti stranieri mentre quelli italiani sono una minoranza". "Capisco l'imbarazzo della signora Meloni che aveva fatto della 'spudorata idiozia del blocco navale' il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, ma - osserva Martello - non è certo tentando di nascondere le notizie sotto il tappeto che un Paese come l'Italia può pensare di affrontare una simile emergenza umanitaria. Lo ripeto da tempo servono regole condivise a livello internazionale non per 'fermare i migranti' ma per gestire i flussi migratori in maniera ordinata regolare e sicura: basterebbe ispirarsi ai principi del 'Global compact for migration', il documento delle Nazioni Unite che proprio questa destra si è sempre rifiutata di firmare. Invece il governo Meloni sta cinicamente abbandonando al loro destino migliaia di persone, perché è bene ricordare che si tratta di persone e non di numeri. Ed al tempo stesso - chiosa - sta abbandonando Lampedusa a sé stessa, grazie anche all'incapacità di chi la amministra e non è in grado di fare rispettare l'isola e la sua cittadinanza".

Una famiglia salva 13 migranti, il loro barchino si era schiantato sugli scogli

Il presidente dell'Associazione per i diritti degli anziani (Ada) di Lampedusa, Giorgio Lazzara, ha salvato ieri sera 13 migranti che rischiavano di affogare nelle acque antistanti alla Tabaccara. "Ero in barca con mia moglie e mia figlia davanti la Tabaccara - ha raccontato Lazzara - intorno alle 19, quando abbiamo visto un barchino, carico di migranti, che s'è schiantato contro gli scogli. Il natante è subito affondato e tanti migranti, finiti in acqua, chiedevano aiuto. Sono intervenuto subito e con mia moglie abbiamo issato a bordo 13 persone e abbiamo chiamato la Capitaneria di porto. Abbiamo, fra i 13, soccorso due donne e una bambina. La Guardia costiera ha poi ultimato le operazioni di salvataggio degli altri migranti e noi siamo rimasti in rada fino a dopo le ore 20".

L'Onu: 'I migranti a Lampedusa? L'Ue condivida gli sforzi'

"Gli sforzi non possono essere fatti solo dai Paesi di primo arrivo ma devono essere condivisi, questo è un problema dell'Ue e ci devono essere meccanismi di solidarietà". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres rispondendo ad una domanda sull'emergenza migranti a Lampedusa. "Nel flusso ci sono rifugiati e persone che essenzialmente si muovono per ragioni economiche - ha aggiunto -, tutti devono vedere i propri diritti umani rispettati ma c'è un modo per distinguere lo status di rifugiato. In ogni caso, è essenziale che ci sia la solidarietà europea".

Salvini: 'Gli ultimi sbarchi sono un atto di guerra, dietro c'è regia'

"Quando ti arrivano 120 mezzi (che sbarcano migranti, ndr) non è un episodio spontaneo, ma è un atto di guerra. Per la società italiana questo è il collasso, non è solo un problema di Lampedusa". Così il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, rispondendo a una domanda sugli ultimi sbarchi in Sicilia, intervistato dalla stampa estera a Roma. E ha aggiunto: "Sono convito che ci sia una regia dietro questo esodo. Ne parleremo pacatamente in seno al governo italiano, ma non possiamo assistere ad altre scene simili".

Sulla gestione dei flussi "sostanzialmente dobbiamo fare da soli, ma se dobbiamo fare da soli, non si può escludere nessuna modalità di intervento. Quando sei lasciato solo, non puoi fare diversamente", ha affermato  Salvini, sintetizzandola nell'espressione 'a la guerre comme a la guerre'. E ha ribadito: "Credo che dietro gli sbarchi ci sia un sistema criminale organizzato a cui si risponde con tutti i mezzi a disposizione. Nessuno escluso. Ne parleremo in sede di governo, dobbiamo parlarne. Io ho le mie idee e proposte operative, ma siamo un governo collegiale", aggiungendo di non poter dire altro ma che "c'è anche l'intelligence che ci sta lavorando". 

 

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