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Riconsegna pacifica di un palazzo occupato da decenni a Roma

Riconsegna pacifica di un palazzo occupato da decenni a Roma

Trovati 148 alloggi popolari per le famiglie che vi si erano insediate da 10 anni

01 settembre 2022, 16:08

Redazione ANSA

ANSACheck

Roma: palazzo occupato in viale delle Province - RIPRODUZIONE RISERVATA

Roma: palazzo occupato in viale delle Province - RIPRODUZIONE RISERVATA
Roma: palazzo occupato in viale delle Province - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sara è una signora di settant’anni di origine marocchina, da dieci anni viveva nel palazzo occupato, ex Inpdai, in viale delle Province a Roma. Ieri, come tutti gli altri occupanti, ha traslocato per ristabilirsi in una casa popolare. I ragazzi peruviani più giovani la aiutano, ma lei è preoccupata: “Qui eravamo una famiglia, certo c’erano persone buone e persone cattive ma ci prendevamo cura l’uno dell’altro. Chi ci sarà dove vado ad abitare ora?”. Lem Lem invece è felice, se ne andrà a Battistini finalmente un posto stabile. Eritrea e italiana fatica a guadagnarsi da vivere da quando è morto il marito ed anche lei è finita nell’occupazione di Viale delle Province. Adesso finalmente andrà in una casa Ater, dopo vent’anni che era in lista d'attesa. "Grazie Italia" dice ad ANSA.

Si è conclusa ieri in un misto di malinconia, di paure e di speranze l’occupazione del palazzo in viale delle Province 198, ex Inpdai ed ex Inps, che fu ‘preso’ durante lo “Tsunami Tour” dei Blocchi Precari Metropolitani ed altri movimenti per il diritto all’abitare del 2012, quando per protestare contro l’emergenza abitativa furono occupati diversi palazzi pubblici. 

Nell’ex Inpdaip abitavano 150 famiglie e grazie ad un lavoro di mediazione tra Prefettura, Comune, Regione e Municipio si è riusciti a trovare 148 alloggi Ater per ricollocare tutte le persone, circa 400, presenti nel palazzo. 

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“Questa è la terza occupazione che riusciamo a chiudere senza la violenza dello sgombero con polizia, camionette e famiglie traumatizzate - racconta Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani - e trovando una soluzione alternativa a tutti gli abitanti”. Questa modalità ‘senza sgombero’, applaudita all’unanimità da movimenti e istituzioni, ha origine anche nei traumi invece che suscitarono nell'opinione pubblica alcuni sgomberi molto violenti da quello di Piazza Indipendenza del 2017 e quello nell’ex scuola in via Cardinal Capranica del 2019. 

Il Municipio II era presente mercoledì alla chiusura del palazzo occupato che è stato riconsegnato alla proprietà, il fondo immobiliare InvestiRE SRG, presente con avvocati e con un’agenzia di sicurezza privata. 

“Per noi questa è una giornata di emozioni miste - dice ad ANSA l’assessore all’Ambiente del Municipio II Rino Fabiano - abbiamo seguito le persone dell’occupazione fin dall’inizio e li abbiamo visti inserirsi nel nostro contesto. I loro bambini sono nati e hanno frequentato le scuole del quartiere. Per noi non sono mai stati occupanti e riuscire a risolvere in maniera pacifica, con fatica, cercando le soluzioni per ogni famiglia è una vittoria politica”. 

I movimenti rivendicano il risultato. “La soluzione è arrivata grazie ad anni di lotta - dice ancora Paolo Di Vetta -  ma resta una toppa nella situazione di emergenza abitativa romana che vede almeno 50 mila persone a rischio emergenza abitativa”. 

Intanto il Comune di Roma sta rimettendo mano al proprio patrimonio immobiliare e pensando a soluzioni più a lungo termine come spiega ad ANSA Yuri Trombetti, presidente della Commissione Casa e Patrimonio del Campidoglio “Abbiamo trovato una situazione disastrosa - spiega il consigliere PD - il Comune di Roma non ha un elenco delle proprie proprietà quindi come prima cosa dovremo fare un censimento di questo. Per l’emergenza abitativa agiremo su più fronti : da una parte ripristinando un nucleo di Polizia Municipale dedicato solo alle assegnazioni di case popolari, dall’altra stiamo chiamando le 13.500 persone in lista d’attesa per la casa popolare per capire la loro situazione attuale. Infine stiamo procedendo all’acquisto di alloggi degli enti pubblici per circa 200.000 di euro”.

 

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