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I 'danni' della Dad, 1 su 2 termina la scuola impreparato

I 'danni' della Dad, 1 su 2 termina la scuola impreparato

Rapporto Invalsi, al Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano

ROMA, 14 luglio 2021, 10:31

Redazione ANSA

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Danni gravi dalla dad, 1 su 2 termina scuole impreparato - RIPRODUZIONE RISERVATA

Danni gravi dalla dad, 1 su 2 termina scuole impreparato - RIPRODUZIONE RISERVATA
Danni gravi dalla dad, 1 su 2 termina scuole impreparato - RIPRODUZIONE RISERVATA

La pandemia e la Dad hanno fatto danni enormi sull'apprendimento dei ragazzi, soprattutto alle superiori. Il quadro emerge dal Rapporto Invalsi. Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano, il dato sale al 45% in matematica. Alle superiori il dato sale rispettivamente al 44% e al 51% con un + 9%. In molte regioni del Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano: Campania e Calabria 64%, Puglia 59%, Sicilia 57%, Sardegna 53%, Abruzzo 50%. In Campania il 73% degli studenti è sotto il livello minimo di competenza in matematica, in Sicilia 70%, 69% Puglia.

Il calo è generalizzato in tutto il Paese e solo la Provincia autonoma di Trento rimane sopra alla media delle rilevazioni del 2018 e del 2019 La quota di studenti sotto il livello minimo cresce di più tra gli studenti socialmente svantaggiati e presumibilmente anche tra quelli immigrati.

Sono il 9,5%, ovvero oltre 40 mila i giovani di 18-19 anni, coloro escono da scuole senza competenze, impreparati: "sono la metà della città di Ferrara - ha fatto notare Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi - un terzo di Modena.

La bocciatura non cambia le cose, è più funzionale all'organizzazione della scuola che alle competenze. I dati dicono che anche gli studenti che hanno avuto una bocciatura, continuano ad avere esiti sensibilmente più bassi di chi non è stato bocciato, dunque la bocciatura non è la soluzione. La sfida credo sia cercare risposte alternative, che sono già tutte nell'ordinamento vigente, non necessitano di particolari risorse le indicazioni nazionali".

"Il tempo che è trascorso - ha concluso il ricercatore - non lo recuperiamo con la bacchetta magica, ma usare questi dati può aiutare a prendere decisioni da calare nella realtà". La Puglia, ha fatto notare, che per diversi anni è stata citata come esempio in controtendenza incoraggiante, rispetto al resto del sud, si è giocata con la pandemia quel guadagno che aveva accumulato: "questo ci deve dire quanto il miglioramento va coltivato con garbo e affetto, non va deplano, una volta raggiunto".
   

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