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Coronavirus. La ripartenza, Milano potrà essere un modello

Coronavirus. La ripartenza, Milano potrà essere un modello

Sala: 'Confronto con 100 sindaci sul post emergenza'

29 marzo 2020, 10:35

Michela Nana

ANSACheck

Soldati a piazza Duomo a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Soldati a piazza Duomo a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA
Soldati a piazza Duomo a Milano - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'epidemia ancora genera lutti e pietrifica le città, i paesi, i borghi d'Italia. Ma un giorno si ripartirà e quel giorno Milano, ancora una volta, vuole offrire un modello a tutta Italia di una nuova normalità. Non si sa quando si rivedranno i Navigli affollati, le boutique del Quadrilatero prese d'assalto dai turisti, gli stadi e i teatri riempirsi, la Fiera accogliere centinaia di migliaia di persone. Di certo è che non avverrà tutto d'un colpo, sarà una ripartenza graduale in cui bisognerà sperimentare come usufruire degli spazi pubblici in modo diverso e pensare a sostenere le piccole realtà economiche e culturali della città.

Così la immagina Giuseppe Sala, il sindaco della città faro d'Italia per tendenza, moda, economia. Una situazione che adesso in piena epidemia "è prematuro" immaginare, come ha spiegato in un video postato sui social, perché ancora non si sa quando si potrà iniziare a riaprire, ma nonostante l'incertezza sui tempi la città "non si deve trovare impreparata" quando sarà il momento. Tanto che Sala sta già lavorando a delle possibili soluzioni, a una sorta di modello di Milano per la ripartenza.

La parola d'ordine sarà gradualità, un passo alla volta, anche considerando che nulla sarà uguale a prima. Dopo l'emergenza cambierà inevitabilmente il modo di prendere la metropolitana, di andare allo stadio, al cinema o a teatro. Quando sarà il momento "probabilmente saranno riaperture a tempi, a step", ha spiegato il sindaco che sta lavorando su tre temi in particolare. Il primo è "come rimodulare le infrastrutture, da quelle di mobilità come le metropolitane, a quelle digitali per esempio la disponibilità di banda larga".

Quando l'emergenza sarà finita cambierà il modo di occupare gli spazi pubblici e adesso è il momento di pensare, per lo stadio, per i cinema, per i teatri "come si entra, come si esce, come si gestisce il momento in cui si è vicini, non è semplice bisogna pensarci prima".

Anche il Comune di Milano, con i suoi dipendenti che ora sono in smartworking, potrebbe sperimentare un rientro graduale alla normalità. I primi che rientreranno in ufficio potrebbero essere i più giovani. Infine la ripartenza economica. "Io presumo che alle grandi aziende penserà il governo, - ha detto Sala - ma io mi devo occupare di quel piccolo tessuto economico e culturale che è in gran parte la vita di una città come Milano".

I cittadini che hanno commentato sui social sono divisi c'è chi dice "basta illudere la gente parlando di riapertura, così sembra che siamo prossimi alla libertà mentre invece brancoliamo nel buio", mentre altri pensano che sia "importante pensare subito al dopo perché avremo bisogno di una città che ci accolga a braccia aperte, anche se con nuove regole".

Se il sindaco pensa a come affrontare la riapertura della città per il vice presidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, "ci sono ancora troppe variabili per la ripartenza - ha commentato -. Si riaprirà tanto prima quanto prima raggiungeremo il picco e la discesa", poi sarà necessario un "monitoraggio continuo" per evitare il rischio "rebound". E' "assolutamente prematuro" poi per il vicegovernatore parlare di fiere o manifestazioni: "per un grande evento come una fiera, in un posto che assembra tante persone, è oggi difficile fare una previsione".

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