Sei ore di interrogatorio per
spiegare ai magistrati di non avere mai avuto, fino agli ultimi
mesi del 2018, la minima consapevolezza della situazione di
dissesto finanziario in cui versava la Qui!Group. Gregorio
Fogliani, rinchiuso nel carcere di Marassi dall'11 luglio, ha
detto al procuratore aggiunto Francesco Pinto, al sostituto
procuratore Patrizia Petruzziello e agli uomini della guardia di
finanza che il suo ruolo nell'azienda era quello di tenere
rapporti commerciali non di occuparsi di contabilità e che se
mai avesse saputo della reale situazione finanziaria della
Qui!Group avrebbe venduto per tempo visto che negli anni aveva
ricevuto diverse offerte da gruppi americani. Per l'ex re dei
buoni pasto, difeso dall'avvocato Giuseppe Iannaccone, il reato
di bancarotta non sarebbe ascrivibile quindi a lui bensì a chi
non lo ha informato sulla situazione, a cominciare dai revisori
dei conti fino al collegio dei probiviri e, indirettamente, ai
due manager arrestati con lui.
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