Ci sono anche una donna incinta e una giovane mamma con la sua neonata tra le oltre 70 vittime del naufragio del gommone avvenuto la settimana scorsa al largo della Libia i cui superstiti sono stati recuperati da Nave Trenton della Marina Militare Usa. Lo rivela Lucilla Garufi di InterSos, che viaggia a bordo di Nave Diciotti della Guardia costiera italiana, sbarcata ieri a Pozzallo con 509 migranti, nell'ambito del progetto Unicef della ong italiana.
La notte scorsa è avvenuto lo sbarco dei 509 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia costiera, arrivata ieri sera dopo sette giorni di navigazione in mare nel porto del Ragusano. Dieci erano arrivai nel pomeriggio con un'evacuazione medica di sei bambini, tre donne e un 21enne. L'ispezione cadaverica ha accertato che l'uomo la cui salma è stata portata in obitorio per una esame medico legale era morto per annegamento. Secondo testimonianze a bordo, era un nigeriano molto malato che viaggiava da solo. Le prime a scendere da nave Diciotti sono state 30 donne incinte, fatte salire su un piccolo pullman per essere trasferite per i controlli in diversi ospedali del Ragusano. Alcune di loro avevano i figli piccolissimi tra le braccia. Due bimbi di meno di 5 anni sono stati accompagnati da un operatore, per mano, verso i mezzi di soccorso. A bordo della nave anche i 42 superstiti salvati dall'equipaggio della Trenton, nave della marina militare Usa, durante un naufragio in cui risultano disperse 12 persone.
E come a Valencia, la scena si ripete: canti e balli liberatori dalla Diciotti accompagnano le operazioni di ingresso e attracca della nave della Guardia costiera a Pozzallo. Il salvataggio ha avuto uno strascico di polemiche con l'Ong di SeaWatch. Gli altri migranti sono stati presi in carico venerdì scorso nell'ambito di soccorsi effettuati da navi mercantili nel mare Mediterraneo, compreso il cadavere di un uomo. "Sono stanchi e provati dal lungo tragitto in mare, con condizioni meteo alterne", afferma un soccorritore che li ha visti a bordo. La maggioranza sono donne, poi bambini, molti dei quali non accompagnati, e uomini. Il più piccolo ha pochi mesi. Dieci di loro hanno avuto bisogno di essere trasbordati da nave Diciotti, prima dell'approdo, con una motovedetta della capitaneria di porto di Pozzallo: sei bambini, tre donne e un ventunenne, perché disidratati e bisognosi di immediate cure mediche. I più piccoli sono stati portati in braccio da volontari della Croce rossa sotto una tenda bianca. Uno, di sette anni, si rifiuta di scendere dalla passerella: "mamma, mamma" urla indicando una donna che è dietro di lui e lo raggiunge immediatamente. Un volontario prova a tranquillizzarlo con una carezza sulla testa e regalandogli un orsetto di peluche. Lui stringe la mano a sua madre e con l'altra abbraccia l'orsetto e sorride, sembra felice, come la sua giovanissima mamma. Il sole siciliano che picchia forte li ha stremati, ma ormai si sentono al sicuro. La motovedetta riparte e gira voce che ci siano altre evacuazioni da nave Diciotti, ma non è vero. "Non hanno niente di grave" conferma il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna. Che lamenta però il mancato avviso sullo sbarco: "lo abbiamo saputo - dice - alle 14:55. Ci vuole sinergia e collaborazione per affrontare queste situazioni. Chiederò di avere un incontro al più presto col ministro Matteo Salvini". "Certo - osserva Ammatuna - sta affrontando un problema complicato e l'Italia è stata lasciata sola, occorre una strategia comune, ma con questi poveri cristi in giro su una nave militare italiana da una settimana non è che abbiamo fatto un bella figura a livello internazionale...". E' sul molo all'arrivo della nave assieme al prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza. Si lavora allo sbarco dalla nave, che nei giorni scorsi ha sostato al largo di Malta, che comincerà a notte inoltrata. E' fatta scendere per prima la salma dell'uomo che è stata recuperata da un mercantile e trasbordata sulla nave della Guardia costiera. Un'altra vittima dei viaggi del mare. E un'ennesima tragedia nel Mediterraneo è stata registrata in Libia. La Guardia costiera libica ha soccorso un gommone che imbarcava acqua a otto miglia a nord di Mellitah, ma "ha potuto salvare" 115 migranti, tra cui due bambini e 22 donne. Non c'è stato invece nulla da fare per cinque persone, tre donne e due uomini, i cui corpi sono stati recuperati. I migranti provenivano da Paesi africani tranne quattro pachistani. Alte onde "avevano sfasciato parte del gommone" e "alcuni migranti illegali sono caduti in mare". Il gruppo, sottolineano fonti ufficiali libiche, é arrivato alla base navale di Tripoli ha ricevuto "aiuto umanitario e medico" prima di essere "consegnato all'organismo per la lotta contro l'immigrazione clandestina, centro di accoglienza di Tariq Al-Sekka". Il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, ha sottolineato che il soccorso è stato coordinato da loro e che una nave commerciale "italiana" era presente nel luogo del naufragio, ma il suo mancato intervento di soccorso in attesa della Guardia costiera di Tripoli non ha causato gli annegamenti, avvenuti "prima" del suo arrivo in zona.
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