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Scarponi, Froome, Hayden: bici in strada a rischio

Scarponi, Froome, Hayden: bici in strada a rischio

Tanti incidenti ogni anno in Italia, molti mortali: è allarme

ROMA, 22 maggio 2017, 21:11

Redazione ANSA

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La foto della bicicletta distrutta di Chris Froome, investito da un 'auto in allenamento, - RIPRODUZIONE RISERVATA

La foto della bicicletta distrutta di Chris Froome, investito da un 'auto in allenamento, - RIPRODUZIONE RISERVATA
La foto della bicicletta distrutta di Chris Froome, investito da un 'auto in allenamento, - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'incidente nel quale è rimasto coinvolto Nicky Hayden è solo l'ultimo di una serie terribile per i ciclisti. Dopo la morte choc di Michele Scarponi, il 22 aprile - investito da un furgone mentre si allenava alle porte di Filottrano (Ancona), suo paese natale - e l'incidente del 9 maggio a Chris Froome - uscito illeso dopo un tamponamento con una macchina, anche lui mentre era impegnato in allenamento, a Montecarlo - oggi la disgrazia del motociclista statunitense, centrato da un'auto a Misano Adriatico, ricoverato in gravi condizioni.

Nomi noti, che hanno riacceso la polemica sulla pericolosità delle strade, non solo italiane, per i ciclisti. Spesso a causa della scarsa attenzione che gli altri utenti riservano agli appassionati di questo mezzo, pure sinonimo di vita salubre. Cifre che fanno gridare all'allarme, perché dei tanti incidenti che vedono coinvolti i cicloamatori molti sono mortali. Sono oltre mille quelli che hanno perso la vita negli ultimi quattro anni (dati Istat-Aci 2015/2012), una media superiore ai 250 decessi l'anno, uno ogni 35 ore. Senza contare le migliaia di feriti che si registrano ogni anno. 

Numeri che evidenziano un problema che interessa l'intero Paese Italia (i dati parlano di tutte le regioni coinvolte, con un picco nel Nord Est), tanto che anche la politica sta cercando di mettere un freno a questa mattanza con la presentazione di un provvedimento salva-ciclisti, dopo l'approvazione della legge sull'omicidio stradale.

Negli ultimi anni la crisi ha incrementato il numero di quanti si sono convertiti ai pedali, scegliendo la bici sia come mezzo di trasporto quotidiano, sia come pratica sportiva amatoriale: i dati dei report Aci-Istat, infatti, dimostrano che i ciclisti deceduti in incidenti sono di tutte le età, sia uomini che donne, come anche le migliaia di feriti (solo nel 2012 oltre 16 mila). E se il dato è in diminuzione dai 366 morti del 2001 ai 251 nel 2015 (-8,1% sul 2014), l'andamento dei dati Istat evidenzia che il numero delle morti su due ruote non accenna a calare drasticamente. 

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