Sono 22 le varietà autoctone di
Frumento duro, iscritte al Registro Nazionale delle varietà da
conservazione, e 3 le varietà autoctone di frumento tenero ad
essere state studiate. Da oggi gli organi istituzionali, a più
livelli, possono disporre di un patrimonio informativo su basi
scientifiche che permetterà di implementare quel processo di
certificazione, tracciabilità e garanzia dei consumatori finali,
che sui cosiddetti Grani Antichi di Sicilia ancora mancava.
Due anni di studio con un approccio multidisciplinare su due
campagne produttive, 2020 e 2021, condotte direttamente in
campo, per la raccolta dei campioni di seme e di spighe delle
varietà oggetto della ricerca sui grani antichi dell'isola. Il
progetto Cavasifd è stato realizzato dal Crea dc di Palermo -
capofila - insieme al Crea-dc di Tavazzano, dal Consorzio di
Ricerca Gian Pietro Ballatore di Palermo e dall'Università degli
Studi della Tuscia di Viterbo, su finanziamento dell'Assessorato
all'Agricoltura della Regione Siciliana, utilizzando i fondi
della legge sulla biodiversità (L. 194/2015) del Ministero
dell'Agricoltura.
La Sicilia può contare oggi su 57 agricoltori responsabili
della selezione conservatrice, 22 varietà autoctone di frumento
duro (su 27 a livello nazionale) e 3 di frumento tenero,
iscritte ai registri delle varietà da conservazione. Ciò ha
permesso agli agricoltori siciliani di poter disporre di sementi
certificate prodotte su circa 200 ettari. "I materiali studiati
provengono direttamente dalle popolazioni che vengono
attualmente coltivate dagli agricoltori responsabili del loro
mantenimento in purezza e non da collezioni istituzionali.
Pertanto, rappresentano la reale biodiversità attualmente
presente sul territorio regionale - sottolinea Claudia Miceli
del Crea dc di Palermo - il lavoro svolto fornirà un utile
contributo all'intero settore e all'attività della Commissione
di Valutazione delle richieste di iscrizione al Registro
Nazionale delle varietà da conservazione delle specie agrarie e
delle specie ortive, che - a livello regionale - valuta le
istanze dei soggetti che intendono iscriverle presso il
Ministero dell'Agricoltura".
A riassumere i contenuti del convegno, anche sotto il profilo
prospettico, Giuseppe Russo dell'Istituto Gian Pietro Ballatore:
"La Biodiversità è un valore che dobbiamo preservare e
trasferire alle nuove generazioni. I cosiddetti Grani Antichi
sono una sfida importante di recupero e valorizzazione che deve
trovare coerenza lungo tutta la filiera, dal seme sino al
prodotto trasformato".
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