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Borsellino: pm, "La Barbera a libro paga anche della mafia"

Borsellino: pm, "La Barbera a libro paga anche della mafia"

Bonaccorso: "Pentiti dicono che era a libro paga dei Madonia"

CALTANISSETTA, 16 aprile 2024, 16:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Arnaldo La Barbera era a libro paga dei Madonia". Lo ha detto il pm Maurizio Bonaccorso nella sua requisitoria ripresa questo pomeriggio nel corso del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio che si celebra a Caltanissetta dinanzi alla Corte d'Appello presieduta dal giudice Giovanbattista Tona. In aula anche il procuratore generale Fabio D'Anna e il sostituto procuratore generale Gaetano Bono. Bonaccorso questa mattina aveva già parlato di finanziamenti all'ex capo della Squadra Mobile, Arnaldo La Barbera da parte del Sisde. "Il dottore Arnaldo La Barbera - ha continuato Bonaccorso - aveva un tenore di vita altissimo. Abbiamo accertato che Arnaldo La Barbera versava continuamente soldi sul suo conto corrente. In un anno circa 100 milioni di lire. Difficile credere che si potesse trattare di trasferte. Neanche avesse fatto il giro del mondo.
    Quello che è significativo sono le modalità in cui questo contante viene versato. Nel '91 c'è un solo versamento di 8 milioni di lire, nel '92 questa persona di colpo cambia abitudini rispetto alla sua attività bancaria e comincia a fare versamenti continui per importi davvero consistenti. Certamente non sono tutti proventi illeciti ma questo dato ci conferma quello che hanno detto i collaboratori Vito Galatolo e Francesco Onorato e cioè che La Barbera era a libro paga dei Madonia.
    Quindi abbiamo un personaggio ambiguo che da un lato viene costantemente finanziato dal Sisde. Dall'altra parte abbiamo i collaboratori che ci raccontano di un rapporto con la mafia".
    Sui rapporti tra La Barbera e la mafia il pm ha richiamato un episodio raccontato nel corso del processo da parte del collaboratore di giustizia Vito Galatolo. "Vicolo Pipitone - dice il pm - era il luogo dove si sono fatti i più importanti summit di mafia, dove venivano fatti omicidi. Da lì partivano anche i commando per uccidere. Il collaboratore di giustizia Vito Galatolo, chiamato a testimoniare durante questo processo, ci ha detto che vide Arnaldo La Barbera entrare in vicolo Pipitone in due episodi per incontrare suo zio Pino Galatolo che in quel periodo era ai domiciliari, e quindi non poteva uscire".
   
   

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