Una parte degli studenti di
Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo sono contrari al
"Peace, Security and Prosperity forum", evento internazionale
che coinvolge studenti di scuole superiori e universitari
insieme a cadetti di accademie e collegi militari in una serie
di incontri con professionisti militari e di pubblica sicurezza,
leader politici e amministratori, accademici e associazioni a
Palermo. Gli universitari hanno deciso di organizzare un
"controforum" e all'esterno dell'Edificio 12 di viale delle
Scienze hanno appeso un grande striscione, che recita: «Stop
alle guerre - cessate il fuoco subito!».
«L'evento - afferma Gaspare Russo, studente di Storia e
Filosofia - è organizzato da apparati militari in collaborazione
anche con l'Università degli Studi di Palermo, e si propone di
essere nientedimeno che una passerella mediatica per la
normalizzazione della militarizzazione soffocante a cui è
sottoposta la Sicilia e a cui è vincolata l'Italia intera nel
suo sistema di alleanze internazionali. Crediamo che questo
forum sia uno strumento per legittimare le spese militari per
miliardi di euro che ogni anno vengono sostenute dallo Stato
italiano a discapito di settori come l'istruzione scolastica e
universitaria».
L'iniziativa organizzata dagli studenti ha avuto un primo
momento ieri pomeriggio, con un'assemblea tenutasi all'interno
dell'edificio. Questa mattina si è tenuto, invece, l'incontro
"Politica estera italiana ed europea: dalla fine della guerra
fredda ad oggi", con Tommaso Baris e Andrea Cozzo, professori
presso l'Università degli Studi di Palermo.
«Abbiamo deciso - aggiunge Nicoletta Sanfratello, studentessa di
Lettere Classiche - di organizzare il "controforum" per
sottolineare le contraddizioni di un evento impregnato di una
retorica sulla guerra che nulla ha a che vedere con la pace e la
sicurezza che vogliamo e con la prosperità di cui sentiamo il
bisogno, in primo luogo perché organizzato e promosso dagli
stessi soggetti che si trovano in prima linea nei conflitti
attualmente in corso nel mondo».
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