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Studenti Lettere Palermo contro forum pace e sicurezza

Studenti Lettere Palermo contro forum pace e sicurezza

Striscione davanti edificio 12 dell'ateneo

PALERMO, 19 marzo 2024, 12:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una parte degli studenti di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo sono contrari al "Peace, Security and Prosperity forum", evento internazionale che coinvolge studenti di scuole superiori e universitari insieme a cadetti di accademie e collegi militari in una serie di incontri con professionisti militari e di pubblica sicurezza, leader politici e amministratori, accademici e associazioni a Palermo. Gli universitari hanno deciso di organizzare un "controforum" e all'esterno dell'Edificio 12 di viale delle Scienze hanno appeso un grande striscione, che recita: «Stop alle guerre - cessate il fuoco subito!».
    «L'evento - afferma Gaspare Russo, studente di Storia e Filosofia - è organizzato da apparati militari in collaborazione anche con l'Università degli Studi di Palermo, e si propone di essere nientedimeno che una passerella mediatica per la normalizzazione della militarizzazione soffocante a cui è sottoposta la Sicilia e a cui è vincolata l'Italia intera nel suo sistema di alleanze internazionali. Crediamo che questo forum sia uno strumento per legittimare le spese militari per miliardi di euro che ogni anno vengono sostenute dallo Stato italiano a discapito di settori come l'istruzione scolastica e universitaria».
    L'iniziativa organizzata dagli studenti ha avuto un primo momento ieri pomeriggio, con un'assemblea tenutasi all'interno dell'edificio. Questa mattina si è tenuto, invece, l'incontro "Politica estera italiana ed europea: dalla fine della guerra fredda ad oggi", con Tommaso Baris e Andrea Cozzo, professori presso l'Università degli Studi di Palermo.
    «Abbiamo deciso - aggiunge Nicoletta Sanfratello, studentessa di Lettere Classiche - di organizzare il "controforum" per sottolineare le contraddizioni di un evento impregnato di una retorica sulla guerra che nulla ha a che vedere con la pace e la sicurezza che vogliamo e con la prosperità di cui sentiamo il bisogno, in primo luogo perché organizzato e promosso dagli stessi soggetti che si trovano in prima linea nei conflitti attualmente in corso nel mondo».
   

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