Il gip del tribunale di
Agrigento, Micaela Raimondo, ha confermato la custodia in
carcere per Gioacchino Morgana, il 48enne di Palma di
Montechiaro, arrestato dalla polizia di Stato il 5 dicembre con
l'accusa di avere aggredito la moglie, 50 anni, provocandogli
lesioni con l'acido. Per il giudice "al momento la versione dei
fatti fornita dall'indagato non è suffragata da riscontri
esterni". Morgana, tuttora ricoverato al centro grandi ustioni
dell'ospedale Cannizzaro di Catania, perchè anche li ha ustioni
provocate dall'acido, si era difeso, chiedendo di essere
interrogato da remoto, sostenendo: "È stata lei a cercarmi per
riappacificarsi ed è stata lei ad aggredirmi e buttarmi l'acido
addosso".
Le due versioni dei fatti sono diametralmente opposte. La donna,
alloggiata da metà novembre assieme alla figlia (nata da una
precedente relazione) in una casa protetta ad indirizzo segreto,
era tornata a casa, e lo aveva contattato, per concordare la
consegna di alcuni oggetti della figlia che erano rimasti
nell'abitazione. A suo dire, sarebbe stata aggredita con
dell'acido che le ha provocato ustioni e sfregi permanenti al
volto.
L'indagato, al contrario, ha riferito d'essere stato
aggredito e di non avere neppure toccato la bottiglietta che
conteneva il liquido ustionante. Un riscontro a una delle due
versioni potrebbe arrivare presto: il pm Giulia Sbocchia ha
disposto accertamenti scientifici sulla borraccia e sullo zaino
alla ricerca di impronte. Gli esami sono in programma il 9
gennaio nei laboratori della polizia scientifica di Palermo. Il
difensore dell'indagato, intanto, l'avvocato Calogero Sferrazza,
ricorrerà al tribunale del riesame per chiedere la revoca o
l'attenuazione della misura.
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