Ha mostrato a partire dal
pomeriggio del 4 febbraio una progressiva diminuzione ed al
momento non è più alimentata l'attività effusiva iniziata il
sull'Etna il 27 novembre dello scorso anno. Lo rende noto
l'istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio
Etneo dopo una analisi delle immagini della rete di
videosorveglianza del vulcano attivo più alto d'Europa. Il campo
lavico nell'area della Valle del leone e sulla parete
occidentale della Valle del Bove appare in raffreddamento. Al
momento il Cratere di Sud Est mostra un degassamento fumarolico
di intensità variabile accompagnato da frequenti bagliori
visibili durante la notte, raramente associati ad anomalie
termiche ed a modeste emissioni diluite di cenere, che sono
rapidamente disperse nell'area sommitale dai venti in quota.
Dal punto di vista sismico l'ampiezza media del tremore
vulcanico si attesta su un livello complessivamente medio-basso.
La sorgente del tremore vulcanico risulta ubicata in
corrispondenza dei crateri sommitali ad una quota di circa 2.600
metri sul livello del mare. L'attività infrasonica è bassa. Per
ciò che riguarda le deformazioni del suolo dell'edificio
vulcanico, i dati delle reti GNSS e tilt non evidenziano negli
ultimi giorni variazioni significative da segnalare.
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