"Mi ritiro dalla competizione
elettorale, non sono più in corsa, nell'ipotesi remota di una
elezione non accetterei". Lo ha annunciato al gip, nel corso
dell'interrogatorio di garanzia, Pietro Polizzi, candidato di
Forza Italia al Consiglio Comunale di Palermo arrestato, ieri,
insieme al costruttore mafioso Agostino Sansone con l'accusa di
scambio elettorale politico-mafioso.
Davanti al Gip hanno negano l'esistenza del patto elettorale
illecito, sostengono che la trascrizione dell'intercettazione
che li ha fatti finire in carcere non sia del tutto fedele al
contenuto della conversazione, dicono di conoscersi da anni,
ribadiscono che quel "se sono potente io, siete potenti anche
voi" era solo un modo per millantare potere. Sansone ha a lungo
parlato dei problemi di salute che lo affliggono e entrambi
hanno detto di conoscersi e frequentarsi da molto tempo. Davanti
alla contestazione della frase ""se sono potente io, siete
potenti anche voi" , pronunciata da Polizzi, e ritenuta dai pm,
coordinati da Paolo Guido, l'elemento chiave del patto
politico-mafioso stretto col costruttore storico alleato del
boss Totò Riina, l'indagato ha detto: "è il mio modo di
parlare", facendo intendere che dietro l'espressione c'era il
tentativo di farsi bello con Sansone. Di diverso avviso procura
e gip che l'hanno ritenuta fondamentale per la contestazione del
reato di scambio elettorale tanto da intervenire tempestivamente
con la misura cautelare prima delle elezioni di domenica
prossima nel timore che "il diritto-dovere di voto fosse
trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento
e all'intimidazione del potere mafioso".
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