Oltre sei imprese su dieci del Sud
ritengono che di fronte a fenomeni di usura si debba sporgere
denuncia, mentre il 41% dichiara che non saprebbe cosa fare. E'
quanto emerge a margine dal convegno di oggi organizzato da
Confcommercio a villa Igiea a Palermo, dal titolo 'Il ruolo
delle rappresentanze d'impresa contro la criminalità a 30 anni
dalle stragi di mafia".
Al Sud, i dati sono più accentuati rispetto al resto del Paese.
Quasi due imprenditori su cinque del Meridione sono molto
preoccupati per il rischio di esposizione a usura e racket
(contro una media nazionale del 17,7%).
Inoltre, secondo l'indagine,
l'usura è il fenomeno criminale
percepito in maggior aumento dagli imprenditori del Sud (per il
30%, +3 punti percentuali sul dato nazionale), seguito da
abusivismo (26%, +4 punti sulla media nazionale), furti (24%, +3
punti percentuali sul valore nazionale) e racket (22%, +1 punto
sul dato nazionale). Questo trend è più marcato rispetto al
resto del Paese.
Nello studio emerge pure che le forze dell'ordine sono indicate
come i soggetti più vicini agli imprenditori minacciati dalla
criminalità. Insieme allo Stato e amministrazioni locali
raggiungono complessivamente il 56,3% delle preferenze, dato
leggermente superiore a quello nazionale pari al 55%. Il 21%
delle imprese del Sud si sente solo, valore superiore rispetto
alla media nazionale del 19%.
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