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Musica: Tosca al Massimo di Palermo, cast di grandi voci

Musica: Tosca al Massimo di Palermo, cast di grandi voci

Pirozzi, Sartori e Enkhbat. Regia Pontiggia,dirige Valerio Galli

PALERMO, 29 aprile 2022, 10:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Torna in scena al Teatro Massimo di Palermo, venerdì alle 20 (in scena fino al 4 maggio), "Tosca" di Puccini in un allestimento ormai classico e collaudato, che può contare in un cast di grandi voci: Anna Pirozzi, nel ruolo del titolo, Fabio Sartori (Cavaradossi), e Amartuvshin Enkhbat, il baritono mongolo che canta la parte del perfido Scarpia. Si tratta di una produzione fortunata, regia di Mario Pontiggia e sul podio Valerio Galli, applaudita anche nella tournée a Tokyo, che ha il suo punto di forza nelle scene e gli eleganti costumi firmati da Francesco Zito.
    "Floria Tosca - afferma Anna Pirozzi - è ingenua E non capisce la malafede di Scarpia che la inganna e la usa per dare la caccia ai rivoluzionari romani che sperano in Napoleone.
    Scarpia è un poliziotto infido che dissemina trappole ovunque".
    Proprio come nel mondo della lirica? "Anche - risponde il soprano - bisogna avere le spalle larghe per sopravvivere. E' un mondo difficile dove è richiesta bellezza fisica e non solo voce. Io sono fortunata perché il mio equilibrio lo devo alla mia famiglia, ai miei figli, Leonora e Daniel Riccardo". La Pirozzi ha reso omaggio con i nomi dati ai figli all'opera amata, il Trovatore, e ai due direttori d'orchestra che la hanno scoperta e supportata: Daniel Oren e Riccardo Muti. Il soprano ha iniziato tardi a studiare canto lirico, a 25 anni. Prima cantava brani di Mina o di Giorgia.
    Il pittore Cavaradossi è il tenore trevigiano Fabio Sartori, reduce da una moltitudine di successi alla Scala, all'Arena e felice di far parte di una produzione dalla regia classica. "Ci sono regie ultramoderne, soprattutto all'estero - dice - che ti mettono in difficoltà. Ho cantato Aida ad Amburgo, unica scena un grande letto e io cantavo disteso, sono pochi i registi che comprendono le esigenze del canto. Qui con Mario Pontiggia mi sento al sicuro. A Genova cantavo 'Pagliacci', la scena era cosparsa di terra che con gli acrobati si alzava e ti entrava in gola. Insomma è diventato un mestiere pericoloso. Per non parlare delle mascherine portate tutto il giorno. Io e Marina Rebeka a Firenze per 'Otello' ci siamo ritrovati con le placche in gola".
   

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