"Le testimonianze raccolte, i dati
analizzati, gli approfondimenti svolti da questa Commissione non
lasciano dubbi: la disciplina sul sequestro e la confisca dei
beni alle mafie pretende, subito, un investimento di volontà
politica e di determinazione istituzionale che fino ad ora non
c'è stato. La sensazione è che la norma, nella sua limpida
astrattezza, abbia rappresentato l'alibi per troppi: siccome
questo dice (o tace) la legge, dunque solo questo è ciò che ci
compete fare! Ed anche quando il buon senso suggerirebbe altro,
la norma è lì, implacabile, come una magnifica foglia di fico
dietro la quale nascondere rassegnazioni, inerzie, formalismi e
sciatterie. Il destino dell'Agenzia va ripensato. In punta di
fatto, non solo di diritto". Queste le conclusioni della
relazione dell'Antimafia siciliana (191 pagine) sui beni
sequestrati e confiscati alla criminalità mafiosa, presentata in
videoconferenza dal relatore e presidente Claudio Fava. Otto
mesi di indagine, 51 sedute parlamentari e 71 audizioni. Per
l'Antimafia "attendere concorsi che non si svolgono per
completare la pianta organica (e nel frattempo, come ci è stato
detto, riempirla con funzionari 'comandati', spesso solo per
poter ottenere un trasferimento verso città più gradite)
richiama precise responsabilità di governo (di tutti i
governi!)". "Assumere la lotta alle mafie come priorità ma poi
continuare a destinare all'Agenzia, che è il motore propulsivo
di questa legge ed uno strumento fondamentale nella strategia di
valorizzazione degli assets confiscati, pochi uomini, pochi
mezzi, poche professionalità e poca attenzione è una scelta
politica miope e incomprensibile - si legge nel documento
approvato dalla Commissione parlamentare - Ritenere che la guida
dell'Agenzia debba essere sempre e solo demandata a un prefetto,
rinunziando alla possibilità di trovare profili professionali
più ritagliati sulle urgenze e gli obiettivi che la legge affida
all'Anbsc, è una prassi politica inadeguata alle sfide in campo
e peraltro contrasta con lo spirito della riforma del 2017 che
ha innovato sul punto prevedendo la possibilità di nominare il
direttore anche tra magistrati o dirigenti dell'Agenzia del
demanio".
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