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Ristoratore sardo a Taiwan, 'le scosse non ci fermano'

Ristoratore sardo a Taiwan, 'le scosse non ci fermano'

'Sono state terribilmente forti ma siamo aperti come sempre'

TAIPEI, 03 aprile 2024, 13:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Nessun allarme sul telefonino come capita di solito in questi frangenti. Il terremoto è arrivato improvvisamente alle 8 del mattino e ci ha trovato ancora in casa". E' la testimonianza sul terremoto di magnitudo 7.4 registrato oggi a Taiwan del ristoratore sardo Pino Rascini, 67 anni di Osilo, in provincia di Sassari, trapiantato da ormai 10 anni nel paese asiatico. Qui ha aperto sei anni fa il suo locale dove prepara i piatti della tradizione sarda, dai culurgionis alla fregula sino al filindeu.
    "Stamattina eravamo ancora a letto, ci eravamo appena svegliati e il terremoto ci ha trovato così - racconta all'ANSA -. Mia moglie mi ha detto di prendere le chiavi di casa ma io sono rimasto immobile. Ero spaventato, nonostante siamo abituati ai terremoti finora non avevamo mai sentito una scossa così forte. Sto ancora tremando".
    A casa, dove vive con la moglie taiwanese e il figlio, nessun danno ma al ristorante a Taipei - non lontano dal fiume e dall'aeroporto di Sung Shan - Pino ha trovato tutti i cassetti aperti e alcuni piatti caduti da una mensola. Eppure in città la vita continua, quasi come se nulla fosse. "Abbiamo sentito notizie su crolli e che ci sono stati degli edifici inclinati dove c'è stato l'epicentro. Ho anche sentito che ci sono state delle frane sulla parte montuosa con gallerie crollate e qualche morto ma per il resto la gente vive il terremoto abbastanza nella normalità - aggiunge -. Qui sono preparati a questi eventi e anche i palazzi e le altre strutture sono state realizzate con sistemi antisismici in grado di resistere ai terremoti".
    Il suo ristorante di cucina sarda 'Domo de Sardegna', l'unico a Taiwan, di norma resta chiuso a pranzo ma oggi era aperto per un piccolo gruppo di clienti, tra i quali l'ex rappresentante taiwanese in Italia negli anni 2000. "Sono venuti a pranzo come se fosse un giorno normale, non me lo aspettavo: ma qui la vita continua anche dopo un terremoto così potente. E dire che da sardo io non ero proprio abituato alle scosse".
    Mentre parla al telefono si sente una voce in sottofondo, "agnello, ravioli", con accento asiatico. A Taipei sono le sei di sera ed è già tempo di preparare il ristorante per la cena.
    Anche oggi, nonostante tutto, i suoi 30 posti a tavola sono pronti a ricevere i clienti per degustare un pezzo di tradizione culinaria sarda fatta arrivare direttamente a Taiwan.
   

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