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Acqua dighe in mare, Enas 'pochi soldi in cassa per trasferirla'

Acqua dighe in mare, Enas 'pochi soldi in cassa per trasferirla'

'Servono 5,5 milioni per portarla dal Tirso al Flumendosa'

CAGLIARI, 21 marzo 2024, 17:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Non ci sono abbastanza fondi in cassa e l'Enas non può trasferire le risorse idriche dal Tirso al Flumendosa. L'acqua in eccesso viene, quindi, rilasciata in mare. L'operazione di trasferimento, infatti, spiega l'ente che gestisce il sistema idrico multisettoriale dell'isola, "ha un costo di 5.5 milioni di euro circa all'anno, attualmente non presenti nel bilancio, a meno di utilizzare risorse che sono attualmente stanziate per garantire l'approvvigionamento idrico potabile, soluzione che però non può essere obiettivamente considerata in assenza di garanzie di nuovi finanziamenti".
    La precisazione arriva a 24 ore dalla denuncia dell'Ambi, del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale e di Coldiretti sull'acqua invasata nelle dighe che finisce in mare. Enas, "pur seguendo con attenzione le problematiche del mondo agricolo, è però un ente pubblico e non un'associazione di categoria, quindi, agisce in forza di disposizioni di legge, avendo cura di attuare le disposizioni date dall'autorità di bacino, che agisce a tutela dell'intera collettività e secondo le regole date dalla norma, a lettura della quale è necessario soddisfare prioritariamente il fabbisogno ad uso domestico, ed a seguire quelli industriali ed irrigui", spiega ancora l'Enas in una nota.
    Inoltre l'ente ricorda che, per garantire maggiori introiti, "non può aumentare le tariffe di vendita dell'acqua grezza, essendo obbligato da una delibera di giunta regionale ad applicare importi (6 millesimi di euro a metro cubo per il settore agricolo e 2.5 centesimi per quello potabile) assolutamente al di sotto dei costi, pertanto, non sufficienti per sostenere l'approvvigionamento della risorsa e la gestione delle opere del sistema idrico multisettoriale".
    "Nel corso dei mesi passati, nonostante le numerose segnalazioni effettuate formalmente ed informalmente dal Commissario straordinario agli organi competenti, non è arrivata una soluzione in grado di colmare questo disavanzo e di garantire le risorse finanziare necessarie alla gestione del sistema" conclude la nota dell'Enas che annuncia di avere attivato "gli opportuni contatti con l'amministrazione regionale entrante per la risoluzione del problema".
   

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