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Inchiesta Monte Nuovo, scarcerato il primario Cocco

Inchiesta Monte Nuovo, scarcerato il primario Cocco

Era rinchiuso a Palermo, andrà ai domiciliari a Tula in Sardegna

CAGLIARI, 14 febbraio 2024, 11:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato scarcerato dopo quattro mesi e mezzo, e ora andrà ai domiciliari, il medico anestesista Tomaso Cocco, arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Monte Nuovo", l'indagine coordinata dalla Dda di Cagliari su una presunta associazione con intrecci tra criminalità locale e istituzioni in Sardegna.
    La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Manuela Anzani, ha accolto oggi l'istanza dei difensori di Cocco, Rosaria Manconi ed Erika Dessì, disponendo gli arresti domiciliari a Tula, comune del Sassarese di cui è originario.
    Cocco, primario del reparto di Terapia del dolore dell'ospedale Binaghi di Cagliari, era stato arrestato a fine settembre insieme con altre 31 persone, tra cui l'ex assessora regionale dell'Agricoltura, Gabriella Murgia (attualmente ai domiciliari).
    Nei confronti di Cocco - che si trova nel carcere di massima sicurezza a Palermo e tornerà in Sardegna già dalle prossime ore - sono cadute le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso e associazione segreta, rimane la contestazione dell'associazione semplice.
    "Sicuramente è una buona notizia", commenta Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Regione Sardegna che si era mobilitata chiedendo un immediato intervento del garante nazionale in seguito al trasferimento di Cocco in Sicilia. "Resta il fatto che bisogna capire perché una persona, il cui reato era stato declassificato, è stata trasferita fuori regione. Quanti casi di questi ci sono? Per capirlo occorrerebbe capire cosa è successo nella vicenda di Cocco, che deve far riflettere sul rispetto del principio della territorialità della pena, non solo per i detenuti sardi che vengono trasferiti fuori dall'isola ma anche e soprattutto per quei 1000 detenuti che dalla penisola vengono portati nelle carceri della Sardegna", conclude Testa. 

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