Fissare regole chiare, estendendo
anche a enti come scuole, università e Conservatori delle norme
di sicurezza già esistenti in ambito privato, per promuovere
l'attivazione di adeguati protocolli di sicurezza sanitaria e
tutelare anche sul piano penale i legali rappresentanti degli
enti che li adottano e li rispettano.
In vista della ripartenza, che imporrà a enti, associazioni e
istituzioni di organizzarsi in modo da tutelare dipendenti e
utenti delle loro strutture, il presidente del Conservatorio
musicale "Luigi Canepa" di Sassari, Ivano Iai, avvocato
penalista e docente di procedura penale, lancia una proposta.
"Estendere e adeguare alla situazione il modello della legge
231, fissando nuove norme di sicurezza sanitaria ed estendendone
l'applicazione anche agli enti pubblici", dice.
"Correttamente applicato, lo schema organizzativo e gestionale
prospettato dalla legge 231 introduce la vigilanza e il
monitoraggio costante delle iniziative intraprese e delle misure
adottate in tema di prevenzione", spiega Iai, secondo il quale
questo consentirebbe "alle istituzioni di alta formazione, alle
scuole e agli uffici pubblici di adottare protocolli
comportamentali omogenei da far osservare a studenti, dipendenti
e utenti per scongiurare rischi di contagio o diffusione del
virus e prevenire altre malattie e infezioni nei luoghi di
lavoro".
Il presidente lo definisce un "modello organizzativo
umanitario". La sua adozione, conclude, "costituirebbe
un'efficace garanzia anche dal punto di vista delle
responsabilità per chi applica la normativa, perché se si
verificassero casi di Covid-19 i legali rappresentanti
potrebbero dimostrare di aver adottato, applicato e fatto
osservare le regole".
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