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Cagliari, "serve asegno di dignità"

Cagliari, "serve asegno di dignità"

Sindaco, penso a 1.000 euro a testa con un click

CAGLIARI, 30 marzo 2020, 16:54

Redazione ANSA

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Nel comune più grande della Sardegna, Cagliari, arriveranno 814mila euro per circa 170mila abitanti. "Ma noi eravamo già operativi grazie all'accordo con le associazioni di volontariato per la consegna di spese e pasti alle famiglie in affanno - spiega all'ANSA il sindaco Paolo Truzzu - Ora si tratta di stabilire i requisiti per l'assegnazione di questi fondi del governo. Faremo in fretta anche se ci sono alcuni problemi pratici da risolvere".
    "Ad esempio dobbiamo escludere chi già percepiva degli aiuti - chiarisce il primo cittadino - E cercheremo di prestare attenzione a tutte quelle persone che lavoravano a giornata e che ora sono ferme. O a quelli, marito e moglie, che mettevano insieme seicento euro da una parte e settecento dall'altra e che improvvisamente non hanno più nulla e devono pagare affitto e bollette. Senza dimenticare i molti liberi professionisti che nelle ultime tre settimane non hanno lavorato".
    Ma secondo Truzzu, ci vuole qualcosa in più. "Serve, entro pochi giorni, una grande iniezione di liquidità e una sorta di assegno di dignità che può essere quantificato anche in 1.000 euro, a burocrazia zero, con un click, per tutti". Quindicimila i poveri assistiti dalla Caritas a Cagliari nel 2019. Ma in tre settimane la situazione è nettamente peggiorata. "Al nostro emporio - racconta il responsabile don Marco Lai - vediamo il 50 per cento di facce nuove: persone che prima ce la facevano e ora non hanno più nulla da portare a casa". Escono dallo stabile di via Po con pasta, sugo, legumi, scatolame per tre quattro settimane. Sono soprattutto italiani: persone che lavoravano a giornata e che ora non possono pagare più bombola e bollette.
    Poi ci sono le badanti e chi campava di elemosina.
    Aumentano anche gli ospiti senza tetto della Caritas: dall'inizio dell'emergenza accolti circa quaranta homeless che, con le nuove disposizioni, non potevano stare in strada. Molto da dare a chi ha bisogno. Ma per fortuna cresce la quantità di prodotti messi a disposizione attraverso accordi solidali con la grande distribuzione.
   

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