Le gravi carenze di personale negli uffici e nell'organico delle toghe, l'aumento dei carichi di lavoro, la rivendicazione dell'indipendenza dei magistrati, ma anche la necessità risolvere la vertenza dei giudici onorari e l'allarme sulla crescente criminalità legata ai traffici di droga, anche con collegamenti con le maggiori organizzazioni criminali internazionali. Sono i temi trattati dalla presidente della Corte d'Appello di Cagliari, Gemma Cucca, nella sua relazione sullo stato della giustizia in Sardegna, letta durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto. I risultati per l'anno 2018 sono positivi nonostante "le gravi carenze nell'organico del personale amministrativi - ha detto la presidente - critica la situazione nelle cancellerie".
Una situazione che poi si riflette anche sui tempi dei processi. Quasi quintuplicate (dalle 30 del 2017 alle 142 dello scorso anno) le cause per la lunga durata dei giudizi. "La pena, per essere equa e certa, deve essere irrogata al termine di un processo rapido - ha sottolineato Cucca - Si dovrebbero rivedere gli organici della magistratura e del personale amministrativo, e sul piano legislativo riconsiderare il sistema delle impugnazioni o delle notifiche". Ha anche parlato di sovraffollamento nelle carceri sarde.
Sul fronte dei reati sono in aumento quelli contro la pubblica amministrazione (1032), mentre i procedimenti per omicidio sono stati 30 (2 femminicidi). Aumentano anche i reati a sfondo sessuale (stalking e pedopronografia): 277 atti persecutori su 437 fascicoli complessivi. Ma è sui traffici di droga che, anche come sottolineto dalla procuratrice generale Francesca Nanni, arriva l'allarme per "i legami operativi tra gli organizzatori sardi del traffico e gruppi facenti capo alla 'Ndrangheta e alla Camorra", ma anche con "gruppi criminali albanesi e turchi, fornitori di eroina e derivati dell'oppio, e con trafficanti spagnoli e sudamericani, fornitori di cocaina". Alla cerimonia hanno partecipato il rappresentante del Csm, Corrado Cartoni, e il direttore generale del personale del Ministero della Giustizia, Vincenzo Starita.
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