Hanno scelto un luogo simbolo, il
bivio di Su canale sulla nuova Sassari-Olbia, per denunciare il
gap infrastrutturale della Sardegna. Un divario che, secondo i
componenti del comitato che si batte attraverso una raccolta
firme per l'inserimento del principio di insularità in
Costituzione, l'Isola deve poter abbattere per competere con gli
altri territori del Paese.
"Siamo stanchi di ricevere dallo Stato elemosine e
assistenzialismo - ha detto Roberto Frongia, presidente del
Comitato - Chiediamo dunque che vengano misurati e compensati
gli svantaggi che derivano dall'insularità. Alcuni sono
facilmente intuitivi, tra i quali i ritardi delle infrastrutture
materiali".
Secondo i dati forniti dal Comitato l'indice delle
infrastrutture stradali nel Meridione è pari a 87.1, mentre in
Sardegna è pari a 45.5. Dallo studio della Commissione Lavori
pubblici della Camera, lo Stato tra il 2000 e il 2010 ha speso
in media quasi 1,2 mln per chilometro quadrato ma nell'Isola ha
speso "solo" 237.000 euro. Nel dettaglio 6.000 euro pro capite
della media nazionale contro i 3.423 nell'Isola.
Tra le opere viabilistiche prioritarie previste all'interno
del Documento di Economia e Finanza del 2018 (Allegato
Connettere l'Italia: lo stato di attuazione dei programmi per
le infrastrutture di trasporto e logistico), dal costo
complessivo di circa 40,4 miliardi di euro di cui circa 30,4
miliardi finanziati, "solo" 504 milioni di euro sono stati
stanziati per la Sardegna. "Cifra che rappresenta appena l'1,6%
dei fondi disponibili - sottolineano dal Comitato - L'opera
riguarda l'adeguamento, la messa in sicurezza e la risoluzione
dei nodi critici della Statale 131 e Diramazione Centrale
Nuorese con il completamento dell'itinerario Sassari-Olbia, un
intervento davvero modesto se confrontato con infrastrutture
avveniristiche quando non ridondanti previste nelle altre
Regioni".
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