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Orlando, i pro Renzi?Tutti in disaccordo

Orlando, i pro Renzi?Tutti in disaccordo

"Assieme a notabili che hanno posizioni politiche diverse"

CAGLIARI, 14 aprile 2017, 19:28

Redazione ANSA

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Pd: Andrea Orlando con segretario Cgil Michele Carrus - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pd: Andrea Orlando con segretario Cgil Michele Carrus - RIPRODUZIONE RISERVATA
Pd: Andrea Orlando con segretario Cgil Michele Carrus - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Se coloro che sostengono Renzi in Sardegna hanno presentato due liste, vuol dire che non vanno d'accordo neanche tra loro. Attorno a Renzi si sono messi notabili che hanno posizioni politiche molto diverse e questo non servirà al partito democratico". Così il candidato segretario del Pd, Andrea Orlando, ministro della Giustizia nel governo Gentiloni, ha risposto alle domande dei giornalisti sul partito, a margine di alcuni incontri a Cagliari in vista del congresso del 30 aprile.

"Del resto già al Lingotto - spiega - avevamo visto persone che sostenevano il mantenimento dell'attuale legge elettorale e persone che volevano modificarla. Il trasformismo è uno dei tratti caratterizzanti della politica italiana: il Pd doveva superalo ma mi sembra che non lo abbia fatto neanche a questo giro".

"SIAMO A UN BIVIO" - "Siamo davanti ad un bivio: dare una seconda chance ad un leader sconfitto o dare una possibilità al Pd di vincere le elezioni". Così Andrea Orlando, candidato segretario alle primarie dem del 30 aprile, durante un incontro pubblico a Cagliari. "Oggi l'illusione che un leader da solo possa cambiare la società è appunto solo un'illusione costruita da populisti", argomenta il ministro della Giustizia.

Che poi aggiunge: "sono rimasto sconcertato da un'intervista del presidente reggente del Pd sulla Stampa, che spiega che è stato il partito a far scrivere il Def a Padoan, sostenendo che prima era più facile perchè bastava che Matteo Renzi parlasse con se stesso: esattamente il contrario del partito che voglio. Bisogna distinguersi dai populisti perchè non ci sono soluzioni semplici per problemi complessi. E soprattutto - chiarisce Orlando - le istituzioni vengono prima delle ambizioni personali".

"SULLA POVERTA' NON SI PUO' STARE A GUARDARE" - "I dati diffusi oggi sulla povertà fanno pendant con il fatto che il 25% della ricchezza del Paese è nelle mani dell'1% della popolazione. Crescono le diseguaglianze e per questo motivo credo non si possa stare a guardare: c'è da svolgere un'attività redistributiva che ci consenta di avvicinare le distanze".

Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha commentato a Cagliari, a margine di una serie di incontri politici in vista delle primarie del Pd del 30 aprile che lo vedono candidato alla segretaria del partito, i dati resi noti dall'Istat. "Altro che flat tax - dice l'esponente Dem - c'è bisogno di ribadire la progressività della fiscalità e di un piano straordinario per la lotta alla povertà assoluta che può essere eradicata, secondo i nostri conti, con un investimento di sei miliardi di euro in tre anni: credo che questo debba essere l'impegno principale del Pd".

LEGITTIMA DIFESA, NON DARE MESSAGGI SBAGLIATI - "La cosa importante è non mandare un messaggio, che trovo sia particolarmente sbagliato e pericoloso, secondo il quale in qualche modo la gente si deve difendere da sola". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a Cagliari per una serie di incontri in vista del congresso Pd del 30 aprile, in merito alla discussione in atto nel Paese sulla legittima difesa.

Secondo il candidato segretario dem, "questo messaggio è l'anticamera di una situazione che purtroppo in altri Paesi non ha prodotto un miglioramento della sicurezza ma addirittura un peggioramento. Faccio notare - ha sottolineato - che nella maggior parte dei casi le persone coinvolte in episodi di legittima difesa sono stati assolti o archiviati. Comunque ho sempre detto che se ci sono elementi di scarsa chiarezza nella legge attuale si possono precisare".

INCONTRI CON SINDACATI E OPERAI - Non solo primarie del Pd e temi nazionali. Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando, candidato alla segreteria Dem, la giornata a Cagliari è stata scandita anche da diversi incontri con le rappresentanze sindacali e delle industrie in crisi, ma anche con i lavoratori del petrolchimico Saras. Appena giunto all'aeroporto di Elmas, il faccia a faccia con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna.

In questa occasione Michele Carrus, leader della Cgil, ha presentato un documento di cinque punti: dialogo sociale; superamento del job's act e riforma complessiva dei diritti e delle regole del mercato del lavoro, della rappresentanza, della contrattazione e partecipazione; questioni industriali, in particolare la necessità di sollecitare Eni sui diversi fronti aperti; il tema dell'insularità; avvio di una nuova stagione dei rapporti Stato-Regione.

Accompagnato dai suoi sostenitori sardi, tra i quali Siro Marrocu, Ignazio Angioni, Giannarita Mele e Giulio Calvisi, nella vecchia sede regionale del Pd e attuale sede della Fondazione Berliguer, Orlando ha incontrato separatamente le delegazioni Rsu di Eurallumina e Alcoa. Dopo il confronto pubblico al T-hotel dove ha riempito due sale, il Guardasigilli si è spostato a Sarroch per parlare con gli operai della raffineria. Su invito del management della Saras, Orlando ha anche visitato lo stabilimento

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