Secondo i dati del ministero, l'Università di Cagliari migliora dieci volte di più rispetto alla media nazionale. Il conto è molto tecnico ma di facile comprensione. Il "costo standard totale", sul cui ammontare è basata la distribuzione crescente della quota base del Fondo di finanziamento ordinario delle Università italiane, cresce del 3% rispetto all'anno precedente contro lo 0,3% medio nazionale e lo 0,1% degli atenei del Sud.
In particolare - in controtendenza rispetto sia al trend nazionale che, soprattutto, a quello del Mezzogiorno - il numero di studenti in corso aumenta del 2,3%, contro una diminuzione dello 0,4% a livello nazionale e una decrescita del 1,7% nella circoscrizione Sud.
"La fiducia che abbiamo registrato lo scorso anno da parte delle famiglie e degli studenti con l'aumento degli iscritti in controtendenza nazionale è stata ben riposta - commenta la rettora Maria Del Zompo - E' stato un segnale che ha fatto sì che l'attività di tutto l'Ateneo sia stata indirizzata al miglioramento dei risultati. L'Università di Cagliari gode di ottima salute, nonostante l'insularità, la bassa densità di popolazione e costi più alti per garantire didattica e ricerca di alto livello".
Il ministro ha garantito nei giorni scorsi che dal 2017 si terrà conto, in sede di revisione dei parametri che servono a definire il costo standard, della condizione peculiare di insularità della Regione, combinata, in primo luogo, con la bassa densità demografica. "Questo ci consente di offrire sempre maggiori opportunità alla formazione dei giovani sardi e allo sviluppo del territorio. Iscriversi alla nostra Università ne vale davvero la pena", chiarisce la professoressa Del Zompo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA