E' polemica a Desulo dopo l'imponente schieramento della task force regionale per l'eradicazione della peste suina, con centinaia di uomini delle forze dell'ordine, che ha portato ieri all'abbattimento di oltre cento capi di maiali che pascolavano allo stato brado. Il sindaco del paese barbaricino, Gigi Littarru, denuncia di essere stato lasciato solo ancora una volta, così come aveva sottolineato nel febbraio scorso dopo i disordini provocati dagli allevatori e dopo l'attentato da lui subito a pochi giorni di distanza da quei fatti, con degli spari alle finestre di casa.
Il sindaco si dice pronto a dimettersi. "Può un uomo, un sindaco, vivere e lavorare in un paese dove si è costretti a giustificare le scelte scellerate di Stato e Regione?", scrive Littarru in un post su Facebook. "Ci chiudono gli ospedali, le scuole, i servizi, ci tagliano in trasferimenti e quei pochi soldi che abbiamo non li possiamo investire. Come se non bastasse ti prendono di mira, ti denigrano, minacciano e ti sparano dentro casa. Siamo governati da commissari che rispondono alle scelte dei Palazzi cagliaritani.
Io le mie scelte le faccio con la diligenza del buon padre di famiglia trattando i propri figli alla stessa identica maniera. Morale della favola, o si trovano risposte concrete e definitive, oppure scrivo due righe e mi dimetto". E sul caso di Desulo arriva anche l'attacco di Fratelli d'Italia. "La lotta alla peste suina è una battaglia doverosa, ma le istituzioni che hanno fatto la voce grossa e usato il pugno di ferro con un blitz con centinaia di uomini di forze dell'ordine che credibilità pensano di avere agli occhi dei barbaricini?", si chiede il coordinatore regionale, Salvatore Deidda.
"Il presidente Pigliaru parla di spopolamento ma in quel territorio chiude tutto. Si parla inoltre di percorso di legalità ma se gli stessi che lo propongono sono coloro che tagliano i servizi come possono essere credibili? Non si discute sulla bontà della lotta alla peste suina - conclude Deidda - ma non è comprensibile che lo Stato sia presente per reprimere ma quando c'è da costruire è latitante".
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