Il primo trapianto di microbiota
fecale (FMT) nel Sud Italia è stato eseguito su una donna di 62
anni presso l'Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni
Rotondo (Foggia).
Il microbiota intestinale umano, spesso impropriamente
definito come flora batterica intestinale - è detto in una nota
dell'ospedale - è una comunità di batteri, funghi e protozoi che
risiedono nel nostro organismo in condizioni di simbiosi e che,
in condizioni di equilibrio ("eubiosi") svolge diverse funzioni:
ostacola la colonizzazione di agenti patogeni esterni; partecipa
al metabolismo attraverso la digestione di zuccheri complessi;
contribuisce allo sviluppo del sistema immunitario; influisce
sulla motilità intestinale; modifica l'efficacia e la tossicità
dei farmaci assunti. L'attenzione dei ricercatori e dei clinici
si è focalizzata sul trapianto fecale di microbiota, una tecnica
innovativa che consiste nel trapianto di feci da un donatore
sano ad un ricevente malato con lo scopo di trattare una
malattia associata ad un'alterazione del microbiota.
"La donna che ha ricevuto il trapianto di microbiota ‒ spiega
Giuseppe Biscaglia, medico dell'Unità di Gastroenterologia
dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ‒ aveva sviluppato, a
seguito di un trapianto allogenico di cellule staminali
emopoietiche, una complicanza nota come malattia acuta da
rigetto, causata da una reazione immunologica delle cellule del
donatore nei confronti dei tessuti del ricevente. In particolare
la donna lamentava da mesi episodi ricorrenti di diarrea,
gonfiori e dolori addominali. La paziente era stata già
sottoposta ad altre terapie che tuttavia non si erano dimostrate
efficaci. Abbiamo pertanto pensato ‒ conclude Biscaglia ‒ di
inserire questa paziente in uno studio clinico controllato in
corso presso il nostro Ospedale con lo scopo di correggere tale
squilibrio col trapianto di microbiota da donatore sano".
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