Il Tribunale di Foggia ha
condannato a due anni e sei mesi di reclusione due imprenditori
per bancarotta fraudolenta e infedele dichiarazione, disponendo
inoltre la confisca di beni per un valore superiore ai 2 milioni
di euro corrispondenti al profitto dei reati accertati.
Le indagini sono iniziate nel corso di una verifica fiscale
condotta dalla guardia di finanza di Foggia nei confronti di
un'attività di commercio all'ingrosso ed al dettaglio di
materiali edili. Nel corso dell'ispezione era stato scoperto un
flusso continuo di vendite in nero. Le merci - riferiscono i
finanzieri - erano vendute senza l'emissione di fattura,
accompagnate da un documento contabile simile ad un documento di
trasporto, necessario in caso di controlli su strada, ma in
realtà privo di alcun valore fiscale.
Le vendite venivano registrate in una contabilità parallela
occultata nel sistema informatico dell'azienda mediante un
artificio tecnico che consentiva di escluderle da quella
ufficiale. Scoperto anche un magazzino completamente sconosciuto
al fisco ed utilizzato per l'attività d'impresa parallela
La ricostruzione delle cessioni effettuate - spiegano ancora
gli investigatori - ha consentito di far luce su un apparente
stato di crisi finanziaria, che aveva determinato il ricorso al
concordato preventivo, ma in realtà determinato dalla
distrazione dei beni dell'impresa continuata anche durante la
procedura concorsuale.
Le indagini hanno permesso di identificare anche
l'amministratore di fatto della società, un imprenditore
originario di Castelluccio dei Sauri. Il provvedimento di
confisca riguarda 4 fabbricati e 4 terreni nella disponibilità
dell'impresa condannata, ma fatti confluire in società di
diritto irlandese ed inglese.
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