Nell'area marina protetta di
Torre Guaceto, nel nord Brindisino, per un anno non si potrà
pescare. E' entrato in vigore, infatti, il divieto di pesca che
blocca sia la pratica artigianale, sia quella ricreativa fino al
maggio 2025. Lo comunica in una nota il consorzio di gestione
della riserva, annunciando l'avvio del progetto "in accordo con
il ministero dell'Ambiente". Il primo caso in Italia di fermo
annuale ha come duplice obiettivo "la crescita della popolazione
ittica e la diminuzione dell'impatto antropico sul mare". Il
sistema di videosorveglianza nell'area protetta monitorerà
possibili tentativi di pesca di frodo.
Il progetto è stato ideato per permettere alla fauna ittica
"di riprodursi e crescere tanto in termini di numero di
esemplari, quanto di dimensioni, a beneficio non solo di Torre
Guaceto, ma dell'intera costa salentina, grazie al fenomeno
della dispersione larvale che di fatto, per via delle correnti
marine discendenti presenti, porta tanti pesci nati in riserva a
popolare le acque pugliesi sino al basso Adriatico".
Nel periodo di blocco, per i primi tre mesi, i pescatori che
lavoravano in riserva coadiuveranno il consorzio nel
monitoraggio marino all'interno della zona speciale di
conservazione Torre Guaceto-Macchia San Giovanni, area che va da
Brindisi ad Ostuni ed include l'area protetta, negli ultimi tre
mesi saranno invece impegnati nella valutazione delle rese di
pesca all'interno dell'area marina protetta per verificare i
risultati emersi dal fermo.
"Miglioreremo così lo stato di salute di Torre Guaceto e
aumenteremo i nostri standard di tutela. Ringraziamo - ha
commentato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky
Malatesta - i pescatori professionisti. Stiamo facendo quanto di
nostra competenza per debellare la piaga della pesca di frodo.
L'auspicio è di raggiungere l'obbiettivo grazie anche ad uno
straordinario impegno delle forze dell'ordine".
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