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Ramazzotti con Felicità al Bif&st, 'da regista è andata bene'

Ramazzotti con Felicità al Bif&st, 'da regista è andata bene'

Rubini: 'Più inusuale è il passaggio da regista ad attore'

BARI, 16 marzo 2024, 17:18

Redazione ANSA

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"Avevo in mente questa storia da diversi anni. Volevo raccontare l'unione tra un fratello e una sorella dal punto di vista della sorella maggiore e all'interno di una famiglia disturbata e pericolosa, nella quale i genitori sono carnefici e i figli sono vittime". Lo ha detto Micaela Ramazzotti al termine della proiezione di 'Felicità', la sua opera prima da regista proiettata in apertura della 15esima edizione del Bif&st, la rassegna internazionale dedicata al cinema in corso a Bari.
    Sul palco del teatro Petruzzelli con lei c'erano Sergio Rubini, che stasera riceverà il premio Alberto Sordi come migliore attore non protagonista, e Luca Bigazzi che sarà premiato come migliore autore della fotografia con il premio intitolato a Giuseppe Rotunno, entrambi per il film 'Felicità'.
    "Mentre scrivevo il film - ha continuato Ramazzotti che nel film veste anche i panni di Desiré - avevo già pensato al volto Sergio Rubini per Bruno. E così è stato per tutti gli altri personaggi principali, da Max Tortora ad Anna Galiena e Matteo Olivetti". "Da regista è andato tutto bene, da attrice devo dire che ho avuto qualche momento di difficoltà, soprattutto quando abbiamo girato la scena nella quale eravamo tutti insieme e tutti dovevano esprimere emozioni diverse", ha confessato Ramazzotti. Infine uno sguardo al futuro: "Ho un progetto a maggio, un altro a settembre e un terzo a fine anno, tutti da attrice e non ne posso parlare. Non penso per adesso a un nuovo film da regista, al momento ho solo tanta voglia di partire con nuovi personaggi da interpretare", ha concluso Ramazzotti.
    "Il passaggio dalla recitazione alla regia viene percepito ancora come una sgrammaticatura, quando invece è una cosa normale. Più inusuale è invece il passaggio da regista ad attore - ha dichiarato Rubini -. Mi hanno raccontato che quando a un regista è stato proposto di interpretare un film, la prima cosa che ha fatto è stata iscriversi in palestra, come se recitare sia una questione estetica mentre è una questione di profondità".
    "Ho capito che avevo tre diversi mondi da illuminare, la periferia dell'universo, il mondo dell'università e il mondo del cinema, ciascuno dei quali aveva bisogno della luce giusta. Ho lavorato, come sempre, in velocità, senza indugiare in inutili formalismi che fanno solo perdere tempo", ha spiegato Bigazzi.
   
   

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