"Nell'ultimo incontro che ho avuto
con il ministro Urso ho ribadito che l'unica condizione
possibile per dare altri soldi ad Acciaierie d'Italia era quella
di riprendere la gestione della fabbrica, cioè sostituire
l'attuale management con soggetti che dessero maggiore
affidamento sotto l'aspetto della competitività della fabbrica e
sotto l'aspetto della sua innovazione tecnologica. Lo stesso
ministro mi ha assicurato che avrebbero utilizzato questo
denaro, il miliardo da versare ad ArcelorMittal, in conto
capitale, quindi aumentando la partecipazione del governo nel
capitale della società". Lo ha detto il governatore pugliese
Michele Emiliano intervenendo da remoto all'incontro fra i
sindacati Fiom, Uilm e Usb e gli enti locali, convocato
nell'aula consiliare della Provincia di Taranto per fare il
punto sulla vertenza ex Ilva e programmare una manifestazione
unitaria, che si terrà l'11 gennaio a Roma.
"Ovviamente - ha proseguito Emiliano - questa era una
trattativa tra soci. Certamente il ministro non poteva dire con
certezza che avrebbero fatto questa o quell'altra cosa, ma che
avrebbero avviato comunque questa discussione. Dopodiché il
ministro ha fatto dichiarazioni pubbliche coerenti con quello
che mi aveva detto nel colloquio personale, quindi non ho motivo
di credere che abbia cambiato idea perché non mi ha informato di
aver cambiato idea. In seguito non ho avuto altre informazioni".
Il governatore ha ribadito di aver detto "dal giorno della gara
che ArcelorMittal era il peggiore dei contraenti che potesse
essere impegnato nella gestione della fabbrica. Essendo il
principale concorrente di questa fabbrica non aveva alcun
interesse a farla funzionare in maniera adeguata e neanche
interesse alla ristrutturazione degli impianti e alla
decarbonizzazione. Mentre in Italia questa azienda viene
supportata dal governo in una maniera direi quasi inaccettabile,
negli altri Paesi - ha concluso - non gode certo dello stesso
sostegno".
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