(ANSA) - BARI, 21 MAR - Scontro tra maggioranza e opposizione
sull'adeguamento dell'aliquota Irpef regionale approvata oggi in
I commissione regionale. Anche all'interno dello stesso gruppo
del Pd in Consiglio regionale, i pareri sono discordanti.
Fratelli d'Italia critica l'operazione: "Non è un provvedimento
solo tecnico - commenta il capogruppo Ignazio Zullo - necessario
per adeguarsi alle modifiche che ha effettuato il governo
nazionale, come vuole far credere la maggioranza di
centrosinistra, ma poteva essere l'occasione per una scelta
politica ed essere l'opportunità per mantenere solo l'aliquota
fissa (1,23%) e abolire per tutti la maggiorazione dalla quale
la Regione Puglia ricava 70 milioni di euro. Non è
un'affermazione populistica o impossibile, perché prima di
mettere le mani nelle tasche dei cittadini la giunta Emiliano
avrebbe dovuto tagliare gli sprechi e le spese aggiuntive che si
sono moltiplicate a dismisura dal 2016 al 2022". Secondo,
invece, Paolo Campo (Pd), presidente della V Commissione
Ambiente del Consiglio regionale, "la pressione fiscale generale
della Regione Puglia non aumenta e, al contrario, si riduce per
la fascia di reddito compresa tra 28 e 50.000 euro". "La manovra
- aggiunge - è, per così dire, rafforzata dalla scelta di non
incrementare il gettito fiscale complessivo pur in presenza del
consistente impegno finanziario assunto proprio per fronteggiare
gli effetti sociali ed economici della crisi". Per Fabiano Amati
(Pd) presidente della commissione Bilancio, "la riduzione delle
tasse non si predica ma si pratica, per esempio quando si tratta
di votare il contributo allo spreco dei Consorzi di bonifica".
"Se infatti - evidenzia - si eliminasse il contributo annuale
medio di 13 milioni ai Consorzi, ben si potrebbe abrogare
l'addizionale Irpef a quasi tutti i contribuenti nello scaglione
sotto i 15mila euro. E invece accade che s'invoca la riduzione
delle tasse ma poi si vota allegramente per il mantenimento
degli sprechi". (ANSA).