"Alessandro rimarrai per sempre nei cuori di questo rione". E' lo striscione esposto in via Ugo La Malfa, in una zona semi periferica di Foggia in memoria di Alessandro Lanza, esponente del clan mafioso foggiano Sinesi-Francavilla. Il detenuto che si è suicidato il 17 settembre scorso nel carcere di Foggia.
Oltre allo striscione sono stati affissi al muro di uno stabile una serie di cartelli. Su uno di questi è scritto: "Bussolò, brilla più che mai". Le foto, da ieri, stanno facendo il giro dei social sollevando profonda indignazione. Numerosi i commenti da parte del popolo del web, tra questi c'è anche chi sostiene di aver segnalato l'accaduto alla polizia.
Lanza stava scontando in carcere un residuo di pena di circa due anni per mafia e tentata estorsione ai danni di due imprenditori foggiani nell'ambito del processo "Corona", blitz del 2013 nel corso del quale vennero arrestati 24 tra affiliati e esponenti di spicco della criminalità organizzata di Foggia.
Lanza venne anche coinvolto anche nell'operazione chiamata "Blauer" del 2011 con l'accusa di aver favorito la latitanza del boss della mafia garganica Franco Li Bergolis, e nel 2013 in "Piazza Pulita", per estorsione perché insieme al fratello impose la sua assunzione nell'azienda 'Amica' che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani in città.
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