"Quando è stato ucciso mio padre
siamo rimasti soli. Sembravamo degli appestati, lo Stato non
c'era e vedere invece oggi questa partecipazione mi emoziona".
Lo ha detto dal palco di Libera, Francesco Ciuffreda, figlio di
Nicola imprenditore edile ucciso dalla mafia nel 1990 che con
altri parenti di vittime di mafia è intervenuto a conclusione
del corteo di Foggia. "Non abbiate paura e non mollate mai", ha
aggiunto ringraziando Libera e "don Luigi Ciotti che - ha detto
- ci hanno dato la forza di uscire dal nostro isolamento".
"Dopo l'omicidio di mio suocero nel 1992, sembravamo noi i
mafiosi a Foggia. Ci eravamo chiusi in casa perché eravamo
soli", ha raccontato sempre dal palco Giovanna, nuora di
Giovanni Panunzio imprenditore edile ammazzato nel 1992 perché
aveva denunciato il malaffare in città.
Al corteo ha partecipato anche Cristian Vigilante, manager
sanitario a cui venerdì scosso hanno fatto esplodere una bomba
sotto l'autovettura. "Sono in piazza come tutti i cittadini per
manifestare contro ogni tipo di mafia - ha detto - Mi sento un
cittadino come tutti e come tutti dico no alla mafia". "La mia
vita è cambiata - ha aggiunto - nel senso che c'è una maggiore
attenzione e timore, ma si cerca di riprendere la vita di tutti
i giorni in maniera normale anche con il supporto delle
Istituzioni che mi sono molto vicine". "Non posso dire di non
aver paura - ha concluso - però cerco di dare serenità a mia
moglie e ai miei figli. Con loro cerco di distrarli, di farli
giocare e ridere".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA