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Nel museo del Costume di Pragelato la cultura della Val Chisone

Nel museo del Costume di Pragelato la cultura della Val Chisone

Ha compiuto vent'anni il 22 luglio

TORINO, 24 luglio 2023, 12:50

Redazione ANSA

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E' lo specchio dell'identità culturale e sociale di un paese di montagna ricco di storia: si tratta del Museo del Costume e delle tradizioni delle genti alpine di Pragelato (Torino), nato nel 1997 in occasione dei Campionati mondiali di sci alpino. Dopo alcuni anni di allestimento provvisorio nel borgo vecchio di La Ruà, dal 2002 la collezione museale è ospitata in una sede in borgata Rivet, acquistata e restaurata dall'amministrazione comunale pragelatese. La puntata di questa settimana delle "Storie metropolitane", che la direzione comunicazione della Città metropolitana di Torino racconta con i reportage televisivi che vengono pubblicati nel canale Youtube dell'ente, è dedicata al ventennale dell'allestimento del Museo del Costume, festeggiato sabato 22 luglio dai pragelatesi e dai villeggianti più affezionati alle tradizioni culturali e materiali dell'alta Val Chisone.
    "Tutto è nato - come spiega Grazia Clapier, consigliera della fondazione Guiot Bourg, che gestisce il Museo - nel 1984 da un'idea dell'allora sindaco di Pragelato, Gabriele Bermond, che istituì la nostra fondazione con una deliberazione della giunta comunale. Fu un lascito di Giuseppe Guiot Bourg, per molti anni medico condotto a Pragelato, a porre le basi economiche per la nascita dell'istituzione culturale. Tutti gli oggetti esposti nel Museo sono stati donati dai nostri concittadini".
    Nei suggestivi spazi dell'ultracentenaria Casa del Sarto, il museo raccoglie e illustra la natura e la funzione di una serie di oggetti d'uso quotidiano in casa e sul lavoro, presentati in differenti ambienti: la stalla, la cucina, la camera da letto, il fienile, la cantina e il caratteristico "croutin": ambienti in cui si respira il passato e si rivivono scene di vita quotidiana emblematiche della laboriosità della gente di montagna e della sua propensione alla vita comunitaria. Nel museo si trovano anche la biancheria per la casa, gli abiti da lavoro e per i giorni di festa e la collezione di antichi costumi tradizionali, che hanno assunto le loro attuali caratteristiche e forme attraverso la progressiva sovrapposizione della cultura savoiarda francofona alla preesistente cultura escartonese francofona provenzale alpina.
    L'evoluzione maggiore avvenne nel XIX secolo, con le stoffe più leggere in cotone, i nastri, i pizzi e i ricami a colorare e arricchire gli austeri costumi montanari. Particolarmente ricco è poi il corredo di accessori e gioielli in oro: spille, orecchini e, soprattutto, croci.
    Il museo è anche il punto di partenza dei percorsi diretti alle suggestive e caratteristiche frazioni, con i forni per la cottura del pane, le antiche fontane e le meridiane: veri e propri itinerari culturali alla riscoperta della saggezza antica. Sulla facciata del museo, in occasione delle Olimpiadi del 2006, l'associazione "Horologium" ha realizzato un grande quadrante solare, che è diventato una sorta di insegna.
   

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