NEW YORK - "Peggy Guggenheim: Art Addict". In marzo, il mese della donna, il museo Guggenheim di New York proietterà tutti i fine settimana il documentario di Lisa Immordino Vreeland sulla leggendaria collezionista Peggy Guggenheim. Il film punta i riflettori su una dei sei grandi mecenati che hanno dato vita al Guggenheim come lo conosciamo oggi e la "madrina" della straordinaria collezione "gemella", la Guggenheim Collection di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia. Le proiezioni coincidono con la mostra "Visionaries, Creating a Modern Guggenheim" aperta da oggi fino al 6 settembre nella rotonda di Frank Lloyd Wright sulla Quinta Strada e sponsorizzata da Lavazza. In tutto oltre 170 pezzi, la monumentale rassegna include 23 opere provenienti dalle raccolte veneziane. "Il mio motto era: compra un quadro al giorno e meritatelo", amava dire Peggy, di cui la Vreeland segue le peregrinazioni artistiche e personali dalla Boheme di Parigi negli anni Venti in cui si innamoro' dei dadaisti, a Londra dove nel 1938 apri' la sua prima galleria Guggenheim Jeune: una meteora perche' nel 1942 Peggy fuggi' in America abbandonando l'Europa occupata dal Nazismo. A New York la nipote di Solomon Guggenheim mise in piedi "Art of This Century", lo spazio espositivo sulla Cinquantasettesima Strada che fino al 1947 ospito' opere di artisti europei rifugiati e praticamente tutti gli espressionisti astratti come Robert Motherwell e Jackson Pollock. Autodidatta ma pronta a imparare - del suo amante Marcel Duchamp disse che era stato "il suo grande, grande maestro" - Peggy andava dove si trovava l'arte. Una personalita' complicata, dopo la fine della guerra la Guggenheim si trasferi' a Venezia, dove compro' un palazzo sul Canal Grande e dal 1951 apri' al pubblico la sua collezione. Palazzo e opere d'arte furono poi donate alla Guggenheim Foundation nel 1970 e 1976.
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